Migranti a carico dell'8 per mille

Domenica 30 Agosto 2015
Velocizzare le procedure per i richiedenti asilo e accelerare la realizzazione dei centri di identificazione dei migranti, così come stabilito al termine del Consiglio europeo di giugno. Qualcosa sembra muoversi in Europa sul fronte delle politiche comuni sull'immigrazione e l'Italia non intende farsi trovare impreparata. È per questo che nell'ultimo consiglio dei ministri, il governo ha dirottato una quota dell'8 per mille del 2014 destinato allo Stato, al fondo del Viminale per l'assistenza dei profughi. Si tratta di circa 6,7 milioni di euro che dovrebbero servire a velocizzare i tempi - circa due anni - che le commissioni territoriali impiegano nella valutazione delle richieste. Lungaggini che alla fine pesano ancora di più sulle casse dello Stato visto che nell'attesa il rifugiato è ospitato nei centri di accoglienza.
In attesa di vedere se e come il presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker, riuscirà ad imporre la sua ”Agenda sull'immigrazione”, l'Europa continua a muoversi in ordine sparso con i leader dei governi dei principali paesi, Francia e Gran Bretagna in testa, spaventati dalla propaganda della destra populista e xenofoba. A metà settembre il Parlamento Europeo sarà chiamato a discutere il piano Juncker e l'Italia tornerà alla carica sottolineandone l'inadeguatezza sia sotto il profilo dei numeri (propone la spartizione di soli 40mila migranti), sia perché non affronta il problema vero che il governo Renzi considera pregiudiziale: la revisione degli accordi di Dublino laddove obbligano il migrante a presentare domanda nel paese dove viene identificato.
Dopo mesi di indifferenza e di scaricabarile dei paesi del Nord Europa, segnali importanti li ha dati di recente la Germania di Angela Merkel, con la sospensione del regolamento di Dublino per i profughi siriani presenti nel Paese. In questo modo non solo ha anticipato l'applicazione dell'Agenda Juncker, ma di fatto si è unita all'Italia che da tempo chiede la revisione degli accordi di Dublino con la possibilità di chiedere asilo nel Paese di destinazione. Non solo, la Merkel ha anche annunciato per novembre un vertice a Malta Ue-Africa con i capi di stato e di governo che dovrebbe ridefinire politiche di cooperazione nei Paesi africani più interessati dai flussi migratori.
Tutto ciò va nella direzione auspicata da tempo dal governo italiano e conferma il solido rapporto esistente tra Renzi e la Cancelliera tedesca che su questa linea sembra aver portato anche la Francia di un confusissimo Hollande. Resta ora da vedere se a Bruxelles verranno meno i sentimenti nazionalistici che a fine giugno non permisero un accordo in grado di fronteggiare la catastrofe migratoria. Gli sbarchi di questa estate nel Mediterraneo con i relativi morti, la marcia di migliaia di profughi che dalla Grecia cercano di arrivare nell'Europa del nord, hanno finalmente acceso i riflettori anche nei Paesi che hanno sinora considerato il fenomeno come affare dell'Italia e della Grecia.
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