Mastelloni: con l'aria che tira non si può tralasciare nulla

Lunedì 14 Dicembre 2015
TRIESTE - «Un sequestro rilevante» quello della partita di fucili a pompa in porto a Trieste secondo il procuratore capo Carlo Mastelloni, che è competente per l'intero Friuli Venezia Giulia sul fronte dei reati associativi, di mafia, eversione e terrorismo. E Mastelloni è celebre proprio per numerose inchieste su fatti eversivi e terroristici.
Procuratore, ha firmato lei il sequestro?
«Certo. Abbiamo senz'altro a che fare con una violazione delle norme di pubblica sicurezza, ma ora vedremo se sia ipotizzabile l'introduzione illecita di armi da fuoco».
Il porto di Trieste è uno snodo cruciale?
«Sempre di più: va monitorato quotidianamente, specialmente in questa condizione di allerta dopo gli atti di terrorismo che tutti sappiamo».
Ma si è capito dove andassero queste armi?
«Secondo quanto emerge al momento, sarebbero state assemblate in Turchia e spedite in Belgio alla Browning via Germania per la vendita sul mercato regolare».
Che tipo di armi sono?
«Non sono armi da guerra, si utilizzano per la caccia. Costano dai 400 ai 500 euro l'una».
Per la caccia?
«Non qualsiasi caccia, per carità. Servono per cacciare il cinghiale».
Tutto chiaro, allora?
«Niente affatto. Adesso occorre indagare su provenienza e destinazione, con l'aria che tira nulla può essere tralasciato. Perciò sarà fatta piena chiarezza. Sapremo così se si sia trattato di una semplice "svista" di natura commerciale o se invece si debba pensare a qualcosa di peggio». (M.B.)
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