Le pensioni "pesano" quattro volte più della scuola

Domenica 24 Maggio 2015
VENEZIA - Rispetto al numero di occupati l'Italia ha il più alto numero di pensionati d'Europa. Un dato che, secondo le stime della Cgia di Mestre, fa balzare alle stelle il livello della spesa pensionistica, che risulta quattro volte più alta di quella per l'istruzione.
Tradotto in cifre il costo delle pensioni, aumentato nel decennio tra il 2003 e il 2013 del 2,6%, oggi raggiunge il 16,8% del Pil, pari a poco meno di 270 miliardi di euro all'anno, il più alto della eurozona. Mentre l'investimento nella scuola si ferma al 4,1% del Pil (65,5 miliardi). Solo la Spagna in quest'ambito riesce a fare di peggio, ma di poco: alla voce di bilancio dell'istruzione, il governo di Madrid dedica il 4% del Pil: l'investimento minore di tutta Europa, ed è appena lo 0,1 in meno di quanto investa l'Italia.
Nei Paesi dell'Unione europea le pensioni costano mediamente alle casse pubbliche "solo" 2,6 volte l'istruzione, in Francia 2,7 volte, mentre in Germania 2,5. «I dati riferiti all'Italia - commenta Giuseppe Bortolussi, segretario dell'associazione artigiani Cgia di Mestre - sono in parte condizionati dalla tendenza demografica. Tuttavia, non possiamo disconoscere che le politiche di spesa realizzate negli ultimi quarant'anni abbiano privilegiato, in termini macroeconomici, il passato, ovverosia gli anziani, anziché il futuro, cioè i giovani».
In Italia ci sono circa 16,5 milioni di pensionati, contro i 18,4 milioni presenti in Francia e i 23,5 milioni della Germania. Tuttavia, rapportando il numero di pensionati al numero di occupati, il nostro Paese presenta l'incidenza più elevata di tutta l'Europa: 74,3%. A fronte di una media continentale del 63,8%, in Francia il dato si attesta al 72,4% e in Germania al 61,6%.
Per quanto riguarda l'istruzione sempre tra il 2003 e il 2013, la spesa per la scuola è scesa dello 0,5%. Solo l'Estonia ha tagliato di più (0,6% del Pil). In valore assoluto investiamo 65,5 miliardi di euro all'anno che corrispondono al 4,1% del Pil.
«Purtroppo - aggiunge Bortolussi - ancora adesso scontiamo gli effetti di un sistema pensionistico che fino agli inizi degli anni '90 è stato molto generoso, soprattutto nei confronti dei lavoratori del pubblico impiego e delle aziende di Stato. È altresì corretto segnalare che nella spesa pensionistica le statistiche internazionali riferite al nostro Paese includono anche l'assistenza. Tuttavia - conclude - anche depurando l'importo complessivo da quest'ultima componente, la spesa totale si ridurrebbe di circa 2 punti, rimanendo comunque ai primissimi posti della graduatoria europea per i costi sostenuti in materia previdenziale».

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