La Ue: Atene faccia altre riforme

Martedì 28 Luglio 2015
La Ue: Atene faccia altre riforme
BRUXELLES - L'odiata Troika torna ad Atene, con qualche giorno di ritardo dovuto alla necessità di trovarle un posto 'sicuro' per riunirsi, e il negoziato con le autorità greche sul nuovo "memorandum" è pronto a partire. Ma non sarà una trattativa facile: i creditori non hanno dimenticato che la riforma delle pensioni, chiesta già per il 15 luglio, non è mai stata approvata e ora vogliono che governo e parlamento diano nuova prova di fiducia dando il via libera a quella e altre riforme prima di metà agosto. E il governo Tsipras non ha molta scelta, anche perché dovrà vedersela con una 'new entry' dei negoziatori, cioè la capo-missione del Fmi Delia Velculescu, nota per aver già negoziato con Cipro imponendogli una cura molto dura che le è valsa il soprannome di 'Draculescu'.
I due blocchi di riforme approvati il 15 e il 22 luglio sono stati ben giudicati dalle istituzioni (Ue, Bce, Fmi) ma non sono ancora abbastanza per rinsaldare la fiducia tra Atene e Bruxelles. Sono ancora troppi i rischi di una derapata del Paese, con Tsipras che si regge su una maggioranza trasversale ma lontana dall'essere una 'grosse koalition' e quindi pronta a ritirargli l'appoggio in qualunque momento. Inoltre, resta prevalente la posizione di chi vuole aiutare la Grecia «ma non ad ogni costo», come ricorda oggi Benoit Coeuré, membro francese del board della Bce, spiegando come ora «deve mettere in atto le riforme che assicureranno la crescita e la stabilità della sua economia».
Per questo il primo atto della Troika, da ieri tornata al lavoro anche nei ministeri ai quali Tsipras ha garantito l'accesso, sarà stilare una nuova lista di 'azioni prioritarie', o riforme, da approvare prima della metà di agosto cioè prima che si chiuda il negoziato sul terzo salvataggio, che durerà dalle due alle quattro settimane. Entro il 20 agosto, con la nuova scadenza Bce da 3,6 miliardi da onorare, deve essere tutto pronto per consentire il primo esborso: le riforme devono essere approvate e il negoziato sul "memorandum" finito e approvato anche da Eurogruppo e dai sei Parlamenti dell'Eurozona che devono esprimersi su tutte le questioni legate al bilancio, tra cui Germania, Olanda e Finlandia.
Ma c'è già il primo ostacolo: Atene non è d'accordo a varare nuove riforme, specialmente quella dolorosa delle pensioni che comporterebbe - secondo Prothema - un pesantissimo taglio del 30%. Che potrebbe anche essere rivisto al rialzo se la recessione continuasse. Inoltre, resta da chiarire la posizione del Fmi, che si siede al tavolo del negoziato avendo chiesto all'Eurozona, qualche giorno fa, di rivedere la sua posizione sulla ristrutturazione del debito ellenico. Ma non ha ancora ricevuto una risposta.