La Nato con Ankara ma "frena"

Mercoledì 25 Novembre 2015
La Nato con Ankara ma "frena"
"Solidarietà" alla Turchia, ma anche un invito alla "calma e alla de-escalation" tra Mosca e Ankara: è questo il messaggio inviato ieri dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo una riunione d'emergenza del Consiglio Atlantico dedicato all'abbattimento di un Sukhoi SU-24 russo da parte di un F16 turco. Il vertice degli ambasciatori era stato convocato in tutta fretta su richiesta della Turchia, sulla base dell'articolo 4 del trattato Nato che prevede "consultazioni" in caso di minaccia all'integrità territoriale o alla sicurezza di uno Stato membro. Stoltenberg ha avvalorato la versione di Ankara sullo sconfinamento del Sukhoi russo ed ha garantito che la Nato "sostiene l'integrità territoriale" della Turchia. Ma durante l'incontro degli ambasciatori sono emerse divergenze sull'aggressività mostrata dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, nel momento in cui gli europei sono impegnati in un difficile esercizio di equilibrismo diplomatico per formare una coalizione unica contro lo Stato Islamico in Siria e tentare di frenare i flussi di rifugiati in provenienza dalla Turchia. Stoltenberg ha sollecitato "ulteriori contatti" tra Ankara e Mosca per prevenire "questo tipo di incidenti". Secondo il segretario generale della Nato, "il nemico comune dovrebbe essere lo Stato Islamico".
Il timore di alcune capitali europee è che l'incidente di ieri possa far deragliare gli sforzi diplomatici, che dovrebbero portare ad un riavvicinamento tra l'Occidente e la Russia. "Dobbiamo assolutamente preservare lo spazio politico che abbiamo faticosamente creato per avviare una transizione politica in Siria", ha spiegato l'Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Federica Mogherini: "il messaggio è quello di cercare di evitare nuove fasi di tensione" nella delicata situazione siriana. Secondo il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, servono "prudenza e buon senso" da parte di Turchia e Russia. Nell'incontro degli ambasciatori Nato, nessuno ha preso esplicitamente le difese della Russia, ma diversi paesi europei hanno sollevato critiche per la decisione di Ankara di abbattere il Sukhoi, anziché accompagnarlo fuori dallo spazio aereo turco. Per contro, il presidente americano, Barack Obama, ha sostenuto il diritto della Turchia di difendersi ed ha puntato il dito contro la strategia russa di bombardare soprattutto i ribelli moderati "per sostenere Assad anziché concentrarsi sullo Stato Islamico".
A complicare il quadro c'è la difficile trattativa tra Ue e Erdogan sulla crisi dei rifugiati. La Commissione ieri ha approvato il quadro giuridico per creare un fondo destinato ai profughi siriani presenti sul territorio turco da 3 miliardi di euro. In un vertice con la Turchia a Bruxelles domenica, i leader europei dovrebbero promettere una ripresa dei negoziati sull'adesione di Ankara all'Ue e la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi entro il 2016. Sono le contropartite chieste da Erdogan per frenare le partenze di migranti dalle coste turche verso la Grecia. Ma il presidente turco potrebbe alzare nuovamente la posta, esigendo la creazione di una "zona umanitaria sicura" nel nord della Siria, con la presenza di soldati europei. Una rottura con Erdogan, a causa dell'abbattimento del Sukhoi russo, significherebbe correre il rischio di un'altra ondata di rifugiati, che metterebbe a repentaglio l'Europa senza frontiere di Schengen e provocherebbe nuove fratture all'interno dell'Ue.
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