La Grecia fa paura Piazza Affari crolla Lo spread sale a 159

Martedì 30 Giugno 2015
«Poteva andare peggio». Anche il peggior calo giornaliero dal 2011 per l'indice Euro (-4,21%), e i listini a picco con perdite anche superiori al 5%, come nel caso di Milano, non bastano, a sentire gli operatori più navigati, per parlare di «panico Grecia». Soltanto piazza Affari (-5,17%), ha perso quasi 30 miliardi di capitalizzazione su un conto pagato dall'intera Europa che arriva a quota 287 miliardi. Ma per ora il bilancio è quello di un'Europa che mette in conto un taglio secco al debito greco (322 miliardi). Niente di più dicono in Borsa, visto che siamo tornati ai livelli di due settimane fa, prima di un certo ottimismo impresso alla trattativa. E forse sarà anche per questo che le principali banche d'affari, da Jp Morgan a Bofa, da Barclays ad Ig, sono convinte che ci siano ancora spiragli per un accordo, prima o dopo il referendum di Atene. Che intato ieri, a mercati chiusi ha incassato anche l'ennesima bocciatura del rating sul debito da parte dell'agenzia Usa Standard& Poor's. La decisione, spiegano gli analisti, è scattata perchè il governo di Atene ha deciso di indire un referendum sull'accordo con gli Stati dell'Eurozona che salverebbe il paese dalla bancarotta. Un dettaglio che, secondo la stessa agenzia Usa fa salire al 50% le possibilità che la Grecia lasci l'Eurozona.
In effetti, l'avvio di giornata ieri, aveva fatto temere davvero il peggio per i mercati che si sono svegliati senza l'accordo tra l'Eurogruppo e Atene e con la chiusura forzata delle banche greche. Il primo scegnale di allarme è arrivato dallo spread Btp/Bund volato a quota 197 punti, contro i 123 della chiusura di venerdì, con il rendimento dei titoli a dieci anni a quota 2,7%. Ma l'impennata non ha risparmiato lo spread dei bonos spagnoli arrivati nel frattempo a quota 182 punti. Ma è durato poco. Perchè è bastato che scendesse in campo la Bce con acquisti di bond «in linea col piano di quantitative easing», come confermato da Francoforte, a tamponare la situazione. Così, ancora prima che aprissero i battenti le Borse europee, travolte da una piggia di vendite, il differenziale tra Roma e Berlino aveva già fatto un deciso dietrofront. Certo, la chiusura è stata a quota 159 punti (154,6 il differenziale dei bonos), un livello da alta tensione, ma comunque ben lontano dalla soglia d'allerta dei 200 punti.
Per le Borse il bilancio è pesante. La peggiore è stata la Borsa di Lisbona che ha perso il 5,22%, seguita a ruota da Milano (-5,17%) e da Madrid (-4,56%). Va un po' meglio a Parigi (-3,74%) e Francoforte (-3,56%), davanti a Londra (-1,97%). Mentre il listino di Atene resterà fermo fino a martedì 7 luglio. In rosso anche Wall Street, ha accelerato le perdite dopo che è arrivata la conferma che oggi la Grecia non pagherà domani il prestito di 1,6 miliardi di euro al Fondo Monetario Internazionale.
Un capitolo a sè, è invece, quello dell'euro in netto calo in mattinata sul dollaro, per poi azzerare le perdite e risalire fino a quota 1,119 dollari.
Nessun panic selling nemmeno sui Btp. La scadenza a 2 anni ha visto aumentare il rendimento di 14 punti base allo 0,44%, la scadenza a 5 anni di 20 punti base, all'1,25%, la scadenza a 10 anni di 25 punti base al 2,36% mentre la scadenza a 30 anni ha visto salire il rendimento del BTp di 15 punti base al 3,33%. Una reazione composta, secondo gli operatori, che scommettono anche sulla Bce. Che potrebbe anche aumentare il ritmo degli acquisti di titoli di Stato attraverso il piano di quantitative easing attualmente a 60 miliardi di euro al mese. Un tema potrebbe arrivare sul tavolo della prossima riunione del consiglio direttivo.
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