L'ira di Renzi: si utilizza l'Antimafia per regolare i conti interni del partito

Sabato 30 Maggio 2015
«Mi fa molto male che si utilizzi la vicenda dell'Antimafia per una discussione tutta interna, per regolare dei conti interni al Partito democratico: l'Antimafia è un valore per tutti, non può essere usata in modo strumentale». Cancella la programmata intervista al Tg1 e parla dal palco di Ancona dopo i telegiornali serali in modo da allungare la durata mediatica del suo messaggio duro, durissimo, nei confronti della minoranza interna del suo partito. Matteo Renzi fiuta la trappola e commenta la decisione dell'Antimafia di inserire De Luca nella lista degli impresentabili difendendo l'istituzione, la commissione Antimafia, ma attaccando senza fare nomi, il suo presidente, Rosy Bindi, e la minoranza interna al suo partito. Non è difficile risalire ai nomi di coloro che, per Renzi, usano per «questioni interne al Pd» i compiti propri dell'Antimafia. Mettere in fila i nomi degli accusati è facile. Basta scorrere le dichiarazioni di tutta la minoranza interna, da Bersani a Fassina, da Cuperlo a D'Attorre, sino a Civati (ormai fuori dal Pd) e ad Enrico Letta.
RUGGINE - Lo stesso fronte che ha combattuto Renzi sul jobs act come sull'Italicum o le pensioni e che certifica una spaccatura interna al Pd che difficilmente il premier e segretario potrà ignorare dalla prossima settimana. Renzi accusa la Bindi non tanto per il lavoro svolto quanto per l'inserimento di De Luca nella lista degli ”impresentabili” a quarantott'ore dall'apertura dei seggi. Un fulmine a cielo sereno che ha sbilanciato il premier sicuro, sino a un'ora prima della conferenza stampa della Bindi, che nessuno del Pd fosse in quell'elenco. «E questo sarebbe l'aiuto che l'Antimafia dà ai partiti e agli elettori?», si chiedeva Renzi ieri pomeriggio. Il sospetto di una «trappola» del presidente dell'Antimafia è fortissimo. Tra i due la ruggine è spessa. «Nella nostra comunità, dopo 10 anni tocca ad altri, non ci si incolla alla poltrona per mantenersi al potere», dice ad Ancora riferendosi alla scelta del governatore Spacca di passare dall'altra parte pur di rimanere al potere. Un riferimento che punta diritto alle otto legislature della Bindi (sette in Parlamento e una in Europa) e al progetto ”Possibile”. Un nuovo partito trasversale in grado di mettere insieme - sulla questione morale - la sinistra del partito con il sindacato di Landini e gli ”esodati” del Pd. «Qualsiasi sia la tua idea politica devi pensare che nell'antimafia ci riconosciamo tutti. La mafia non è un tema da campagna elettorale ma un nemico da combattere giorno dopo giorno». La difesa che Renzi fa dal palco dell'istituzione, è totale, ma l'uso che ne è stato fatto per Renzi va anche oltre la normale e seppur aspra dialettica politica. Infatti, sottolinea che sulla vicenda «De Luca e la Bindi se la vedranno in tribunale». Un affondo pesante, quello del premier, come il rischio sa di correre qualora domani sera il risultato non fosse tondo ed inequivocabile per il Pd. Non basta più a Renzi il 4 a 3. Per regolare da lunedì i conti con la minoranza interna che «preferisce perdere e mettere a rischio il governo pur di conservare la poltrona», Renzi ha bisogna di una vittoria netta che permetta anche all'esecutivo di arrivare al 2018.
GUADO - Se così domenica sera non sarà, per Renzi è possibile che la situazione possa precipitare e portare al voto in autunno. «Non posso governare se un pezzo del mio partito mi scava fossi più pericolosi di Grillo e Salvini», ragionava ieri il presidente del Consiglio spostandosi di piazza in piazza. Ancora poche ore, quindi, per capire se le elezioni di domani saranno indolori per la legislatura. Perdere in Campania e in Liguria spingerebbe Renzi ad accelerare i tempi in modo da cogliere non solo il centrodestra-berlusconiano nel guado, ma anche la sinistra interna. «Se pensano di farsi la campagna elettorale a mio spese, si sbagliano», sosteneva ieri sera Renzi masticando amaro per come la polemica sugli ”impresentabili” abbia nascosto il dato sulla crescita diffuso ieri dall'Istat.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci