L'imam: «Profughi? Non possiamo ospitarli»

Lunedì 14 Dicembre 2015
PORDENONE - Dopo il blitz anti-terrorismo di giovedì sera a Pordenone i nervi sono ancora scoperti. E sul fronte di sicurezza e controlli si lega la questione dei richiedenti asilo, i cui toni si sono acuiti in seguito agli attentati di Parigi di due settimane fa. Basta un arrivo non previsto, infatti, per rivedere le solite scene: profughi lasciati all'addiaccio con le temperature in diminuzione e polemiche legate all'ospitalità garantita in un hotel di Piancavallo. Ed è qui che si innestava una proposta - lanciata anche attraverso i social network - di dialogo con il Centro islamico della Comina. «Aprano le porte ai profughi, molti sono loro fratelli» sostenevano i "tifosi" dell'accoglienza all'interno dell'unica moschea pordenonese. Dopo quasi due settimane dal lancio provocatorio dell'iniziativa, è arrivata una prima risposta. Ma non è positiva. Dice l'imam di Pordenone, Ahmed Erraji: «È vero, tanti profughi sono nostri fratelli, parlano anche l'arabo e ci abbiamo dialogato. Ma qui, all'interno del Centro islamico, non abbiamo la possibilità di ospitarli. Perlomeno non adesso». E la motivazione che adduce l'imam è puramente tecnica: «Al momento non abbiamo spazio in moschea, non sarebbe possibile. Se ci dovessimo allargare non ci sarebbe nessun problema, ma per come stanno oggi le cose non è possibile. Ne parleremo all'interno del direttivo perché non si tratta di decisioni che posso prendere da solo. Però ci tengo a ribadire che da noi non c'è spazio».
Marco Agrusti

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