Jihadisti: «Il Governo latita»

Giovedì 2 Aprile 2015
«L'ennesimo risvolto sulla vicenda del reclutamento di jihadisti in terra bellunese esige un segnale politico forte e chiaro». Lo chiede il senatore di Forza Italia Giovanni Piccoli, dopo le novità dell'inchiesta sui reclutatori di terroristi in Veneto. Le indagini della magistratura veneziana, coordinata con il pubblico ministero Walter Ignazitto e il procuratore capo dell'antiterrorismo, Adelchi d'Ippolito, sono partite dopo la morte di Ismar Mesinovic, l'imbianchino bosniaco partito da Longarone prima del Natale 2013 e morto ad Aleppo a 38 anni il 4 gennaio 2014. Da lì le indagini dei carabinieri dei Ros di Padova, guidati dal comandante Paolo Storoni, hanno ricostruito il quadro che di mese in mese si fa sempre più inquietante. Con l'imbianchino anche Munifer Karameliski, macedone partito da Chies d'Alpago. I due, secondo la Procura, sarebbero stati "indottrinati" da Bilal Bosnic, l'imam che ha predicato a Pordenone e che ora è agli arresti in Bosnia per reclutamento di terroristi. Poi sarebbero stati addestrati alla guerra per il Califfato proprio tra le montagne bellunesi da un 30enne slavo. Prima di partire Mesinovic ha anche acquistato un drone, comprato per lui da un veneto in un negozio della provincia di Vicenza.
«Se le forze dell'ordine e gli inquirenti stanno continuando a fare il loro lavoro - dice Piccoli dopo le novità dell'inchiesta -, qualcuno nel Governo dorme sonni tranquilli, trattando il fenomeno terrorista come una questione di politica internazionale e non come una problematica che deve essere anche di sicurezza interna e ordine pubblico». «L'idea che una qualche forma di addestramento possa essere avvenuta tra le Dolomiti dovrebbe porre interrogativi seri e urgenti ai rappresentanti dell'Esecutivo». «Sto ancora aspettano una risposta da parte Viminale e Farnesina a una mia prima interrogazione sul caso Mesinovic risalente a quasi un anno fa, più volte aggiornata e sollecitata», sottolinea infine Piccoli. E conclude: «Le forze dell'ordine e gli inquirenti non dovrebbero essere lasciati da soli in una situazione così delicata».
E anche Forza Nuova di Belluno accusa lo Stato: «Nessuno fa caso che quasi tutti profughi di guerra arrivati in Italia sono maschi e di età compresa tra i 20 e i 40anni? Qui c'è qualcuno che fa finta di non vedere la gravità del problema o, peggio, è collusocon gli invasori»

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci