Il richiamo della Ue: «I migranti devono essere identificati»

Mercoledì 2 Settembre 2015
Il richiamo della Ue: «I migranti devono essere identificati»
LONDRA – Mentre aumenta la pressione migratoria sulle frontiere europee, soprattutto ad Est, la Commissione europea ha chiesto ai suoi stati membri un maggiore rispetto delle regole sull'asilo e l'identificazione dei migranti. E ha inviato una serie di 32 «lettere amministrative» ad almeno 10 paesi, tra cui l'Italia, che secondo Bruxelles si è mostrata carente nell'identificazione e nella raccolta di impronte digitali di chi arriva nel paese. Una ragione analoga a quella per cui proprio ieri l'Italia si è vista condannare dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo in una sentenza destinata a segnare un importante precedente. La ragione della condanna è il modo in cui, nel 2011, è stato gestito il caso di tre cittadini tunisini che sono stati prima soccorsi in mare, poi trattenuti in condizioni «di detenzione che hanno sminuito la loro dignità umana» e infine rimpatriati senza che potessero muovere obiezioni. Se da una parte i giudici hanno tenuto conto della «eccezionale crisi umanitaria a cui ha dovuto far fronte l'Italia sull'isola di Lampedusa durante la primavera araba», dall'altra «il processo di identificazione» dei tre tunisini «è stato insufficiente per confutare l'espulsione collettiva» che è poi avvenuta anche nei confronti di altri migranti provenienti dalla Tunisia nella stessa situazione. Per questo «la Corte ha stabilito che l'Italia debba pagare 10mila euro a ciascuno per i danni non pecuniari e ai tre richiedenti 9.344 euro collettivamente per i costi e le spese», si legge nel comunicato. «La sentenza di oggi è un monito puntuale a tutti e 47 i paesi membri del Consiglio d'Europa che i richiedenti asilo e i migranti devono essere trattati come singoli esseri umani con gli stessi diritti fondamentali», ha commentato il segretario generale del Consiglio d'Europa, il norvegese Thorbjorn Jagland, mettendo in evidenza che «le crisi migratorie rappresentano un rischio serio per il rispetto dei diritti umani in molte parti d'Europa». L'Italia aveva diritto di rimandare i tre uomini in Tunisia, ma nel farlo ha violato numerosi articoli della Convenzione dei diritti dell'uomo, tra cui il fatto che in base agli elementi raccolti dai togati di Strasburgo le condizioni in cui versava il centro di Contrada Imbriacola nel settembre del 2011 non erano dignitose. Quello della Commissione europea agli Stati membri, invece, per ora è solo un avvertimento per far sì che le regole sul sistema d'asilo «vengano applicate sul campo», secondo quanto spiegato da una portavoce, che ha spiegato che cui si tratta di un «ultimo avviso prima di aprire una procedura d'infrazione». In vista del vertice europeo del 14 settembre in cui si discuterà dell'emergenza in corso, la Commissione ha confermato che sta lavorando a nuove proposte sulla distribuzione dei richiedenti asilo.
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