Il premier convinto della ripresa economica «Il Pil quest'anno crescerà di un punto»

Lunedì 5 Ottobre 2015
Il governo continua a non avere dubbi sulla ripresa italiana. Il premier Matteo Renzi ieri ha annunciato un'ulteriore aumento del Pil per il 2015, prevedendo che alla fine dell'anno l'Italia probabilmente vedrà una crescita il suo Prodotto interno lordo dell'1%. Tre decimali in più rispetto alle stime di aprile, che in rapporto con il deficit portano con sé, per l'anno in corso, una dote di almeno 2 miliardi. Previsioni che continuano ad andare oltre alle stime di crescita inserite nel Documento di economia e finanzia di primavera, poi ritoccate verso l'alto nella Nota di aggiornamento del Def di settembre.
Parlando alla trasmissione televisiva In Mezz'ora, il premier ha ribadito che “l'Italia sta un po' meglio rispetto allo scorso anno”, tutti gli indicatori “con segno meno, occupazione e Pil, oggi hanno un segno più”. Il premier ha poi messo sul tavolo il miglioramento della previsione del Pil di quest'anno (“avevamo fatto una previsione del +0,7%, sarà del +0,9%, anzi io penso che arriveremo all'1%”) sperando di convincere il Paese a rimettere in gioco gran parte dei miliardi di risparmi accantonati nel 2014. Stime in rialzo che, se confermate, potrebbero portare nel tempo – soprattutto nel 2016 – effetti positivi sul versante dei conti pubblici. Con le nuove previsioni del Pil che registrano un incremento dello 0,2% rispetto a quelle iniziali (o dello 0,3% secondo quanto annunciato da Renzi), il deficit dell'anno in corso resterà sostanzialmente invariato (2,6% del Pil). Ma l'aumento del Pil potrebbe mostrare i suoi benefici a partire dal 2016, sempre se sostenuto da un profilo di crescita più solido. Al momento, la stima aggiornata per il 2016 prevede una crescita dell'1,6% (rispetto all'1,4% iniziale), ma con un futuro aggiornamento del trend il governo potrebbe contare su un nuovo “tesoretto” a beneficio dei conti pubblici. Tornando alle stime dell'anno in corso, invece, se alla fine i conti dovessero mostrare una crescita dell'1% nel 2015, rispetto alla previsione iniziale di +0,7%, si potrebbero racimolare 2 miliardi di spazio in più sul deficit. Per quanto riguarda il debito, secondo le nuove stime contenute nelle Nota al Def ci sarà un ulteriore calo, ma più graduale. I numeri, al netto della richiesta di poter utilizzare la leva del deficit per coprire parte della prossima legge di Stabilità, mostrano un percorso più lento di quanto stimato in primavera: il debito/Pil si attesterà nel 2015 al 132,8% e nel 2016 scenderà al 131,4%. Ma sul costo “pratico” del debito pesa quello degli interessi. Un'ulteriore discesa di quest'ultimi, nel 2016, significherebbe un'ulteriore boccata d'aria. Per l'anno in corso, le stime aggiornate del Def indicano una spesa per interessi a circa 70 miliardi (intorno al 4,3% del Pil). Circa 14 miliardi in meno rispetto alla bolletta finanziaria del 2012, che costò all'Italia 84,06 miliardi.

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