Il Papa: «Ai preti facoltà di assolvere per l'aborto» E agli Stati chiede l'amnistia

Mercoledì 2 Settembre 2015
Amnistia (spirituale) per i carcerati. Assoluzione per chi ha abortito. Mano tesa ai cattolici tradizionalisti lefebvriani. Il perdono è una porta aperta. A tutti. Senza esclusioni. Non uno spiraglio, un pertugio qualsiasi nel quale infilarsi, ma un ingresso onorevole. Unica condizione, un sincero pentimento. L'Anno Santo straordinario è agli sgoccioli e Papa Bergoglio con una lettera inviata a monsignor Rino Fisichella, suo braccio destro in questa iniziativa mondiale, traccia una sorta di road map utile a fare comprendere la cifra della misericordia. Già, la misericordia. Ognuno dovrebbe sentire su di sé lo sguardo amorevole del Padre Celeste. Persino chi ha interrotto volontariamente una gravidanza o ha commesso un altro crimine e, per questo, sta scontando in carcere.
Francesco assicura che l'abbraccio comprensivo e paterno di Dio è sempre dietro l'angolo. Basta varcare la soglia della speranza. Bergoglio desidera che il Giubileo riesca a fare toccare con mano «questa tenerezza e vicinanza». In buona sostanza è l'immagine della Chiesa-ospedale-da-campo che prende forma, intenta a soccorrere chi ha perduto, chi è caduto, chi ha fallito. Un tema che torna. Un po' di tempo fa il Papa spiegava di come in questo cambio d'epoca, segnato da parecchi problemi e contraddizioni all'interno della Chiesa, sia maturato il tempo di sperimentare la misericordia. Il Papa ha così esteso a tutti i parroci la possibilità di assolvere dal peccato di aborto, a partire dall'8 dicembre prossimo.
Finora l'assoluzione di questo peccato annoverato tra i più gravi, restava circoscritta al vescovo e a coloro che il vescovo indicava. Da un punto di vista pastorale si tratta di un passaggio inedito, enorme. Pur considerato nella sua gravità, Bergoglio sa che molto spesso è frutto di un «dramma esistenziale e morale». Lui stesso ha incontrato tante donne che «portavano nel loro cuore la cicatrice per questa scelta sofferta e dolorosa». Una cosa «ingiusta» ma pur sempre perdonabile. Nessuna minimizzazione, solo un approccio pietoso. In una intervista a Civiltà Cattolica, Bergoglio piegava che se una donna ha abortito e ed è «sinceramente pentita», la misericordia si apre nei suoi confronti.
Il filo del discorso è poi volato ai carcerati. Nessun appello diretto alle autorità civili per non addossarsi le critiche di indebita ingerenza. Solo una riflessione spirituale per fare riflettere sulla condizione carceraria. «Il Giubileo, del resto, ha sempre costituito l'opportunità di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena hanno preso coscienza dell'ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto».
E' così che ha stabilito che ogni detenuto, varcando la soglia della cappella di un istituto di pena, possa ottenere l'indulgenza, esattamente come se attraversasse la Porta di San Pietro. «La misericordia di Dio capace di trasformare i cuori è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà». Immediato il plauso del coordinatore dei garanti dei detenuti, Franco Corleone e di Pannella che ha sempre lottato per migliorare la vita carceraria. «Evviva Papa Francesco: in condizioni di desolante assenza grazie di averci ascoltato». Il leader radicale ha poi manifestato il desiderio di recarsi in Vaticano per ringraziare di persona. Infine dal Papa un riconoscimento ai sacerdoti lefebvriani, ai quali ha riconosciuto la validità del loro ministero per tutta la durata del Giubileo.
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