Il made in Belluno vola nell'export

Martedì 29 Luglio 2014
Belluno campione nell'export: la provincia dolomitica scala la classifica e si pone al sesto posto, con oltre 14mila euro di esportazioni pro capite. Le elaborazioni di Confindustria Belluno Dolomiti su dati Istat relativi al 2013 non si sbagliano. Al primo posto della graduatoria c'è Arezzo (con 20.523,54 euro), all'ultimo Medio Campidano (3,72 euro). Belluno, con 14.431,99 euro, è superata anche da Siracusa (sempre ai primi posti di questa classifica esclusivamente per l'attività di raffinazione di petrolio che caratterizza la provincia siciliana), Vicenza, Reggio Emilia e Modena. Treviso è al quindicesimo posto (11.907,21 euro), Verona al ventitreesimo (10.334,27), Padova al trentunesimo (9.379,28), Rovigo al cinquantacinquesimo (5.380,49) e Venezia in cinquantanovesimo (4.834,12). Interessante notare anche le performance non proprio brillanti delle due province limitrofe a statuto speciale: Bolzano si trova in quarantaseiesima posizione (con 7.575,32 euro) e Trento in cinquantunesima (con 6.171,30 euro). La crisi, insomma, può starsene lontana da Belluno. «Il sesto posto conquistato dalla nostra provincia in questa speciale classifica è un segnale positivo e incoraggiante per l'economia bellunese - commenta Gian Domenico Cappellaro, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti -. Sappiamo che sono le grandi aziende, soprattutto dell'occhialeria, a condizionare positivamente i dati sulle esportazioni. Ma è anche vero che sono molti gli imprenditori che, in questi anni caratterizzati da una preoccupante stagnazione dei consumi interni, hanno risposto prontamente alle sfide del mercato e alla concorrenza crescente dei Paesi emergenti. Il Made in Italy è un elemento di successo. E questo vale anche per alcune realtà della nostra provincia, non solo dell'occhialeria. Ci sono altri settori ad aver registrato, nel 2013, performance positive, come ad esempio l'abbigliamento (+23,9%) o prodotti in gomme e plastica (+ 18,9%)». Che l'export bellunese sia in salute lo confermano anche i dati relativi ai primi tre mesi dell'anno, che registrano un aumento di oltre dieci punti percentuali (+ 10,3%) rispetto allo stesso periodo del 2013. Si tratta di un vero e proprio exploit, soprattutto in confronto delle percentuali regionali e nazionali. In Veneto l'aumento si è fermato al 2,7%, in Italia addirittura all'1,5%.

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