IL GOVERNO delle riforme

Venerdì 22 Maggio 2015
ROMA - È finalmente legge il provvedimento che inasprisce le pene per i reati di corruzione e reintroduce quello sul falso in bilancio: dopo un iter laborioso al Senato, e una rapida seconda lettura alla Camera, l'aula di Montecitorio ha infatti approvato definitivamente il testo, con 280 sì (maggioranza e Sel), 53 no (FI e M5s) e 11 astenuti (Lega). Una legge che ha ricevuto anche l'apprezzamento del presidente dell' Anm, Rodolfo Maria Sabelli, dopo che nei mesi scorsi aveva polemizzato con il governo sul contrasto alla corruzione.
La legge è nata due anni fa, ed è stato il primo atto di Pietro Grasso al momento del suo ingresso al Senato; primo ed unico visto che dopo due giorni ne fu eletto presidente. Al ddl Grasso si sono aggiunti quelli di altri senatori, ma il cammino è stato rallentato prima dai contrasti con il Pdl, poi dall' uscita di FI dalla maggioranza, dal cambio Letta-Renzi a Palazzo Chigi e da una serie di polemiche sull'adeguatezza delle misure per contrastare la corruzione. Il 7 gennaio scorso la svolta, con la presentazione di emendamenti del governo in Commissione Giustizia del Senato, il successivo approdo in aula e l'approvazione a Palazzo Madama ad aprile. Poi lo sprint in due mesi della Camera che ha confermato il testo del Senato. E alle polemiche dei mesi precedenti («la legge non è sufficiente») ha fatto cenno anche il ministro Andrea Orlando intervenendo in Aula: «Il contesto internazionale ci chiede misure più incisive come quelle che abbiamo prodotto per il contrasto». «Si dovrebbe riconoscere - ha aggiunto - che finalmente è stato fatto un passo che la politica da troppo tempo non era nelle condizioni di fare». Il provvedimento ha pure incassato l'apprezzamento del Commissario Anticorruzione Raffaele Cantone («Credo che il ddl anticorruzione sia quanto di meglio possibile»), e soprattutto quello del presidente dell'Anm Sabelli che in passato era stato molto critico con il governo sul suo impegno nel contrasto alla corruzione: «si è intrapresa la via giusta, che va proseguita».
«Questa legge anticorruzione è un'altra occasione persa» hanno invece detto i deputati di M5s, che chiedevano l'introduzione nel testo di modifiche che però lo avrebbe ricondotto in Senato per una nuova lettura. Da loro è arrivato un «no», come quello di FI, spinta da ragioni opposte. Il loro rifiuto ad approvare la normativa anticorrotti è stato sottolineato polemicamente dal Matteo Orfini, presidente del Pd.
«Soltanto pochi mesi fa - ha osservato il premier Matteo Renzi - sarebbe stato impensabile il risultato raggiunto oggi dal Parlamento sulla lotta alla corruzione». «È una pagina importante che riavvicina la politica, quando decide, alle aspettative degli italiani». Un segnale importante per la presidente della Camera Laura Boldrini che dà il senso di come «le istituzioni» volendo «possano cambiare». «Sono felice che il ddl anticorruzione ora sia legge», ha detto Pietro Grasso.

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