Il fondo salva-Stati: pronti a chiedere il rimborso dei 130 miliardi

Sabato 4 Luglio 2015
ROMA - Prima di scrivere il proprio voto, domenica, ciascun elettore greco dovrà fare i conti con la possibilità che nel caso di un «no» la Bce chiuda i rubinetti alle banche facendole collassare già dal giorno dopo. È il risultato della decisione presa ieri dal fondo di salvataggio europeo, Efsf, primo creditore di Atene, dopo il mancato pagamento da parte greca degli 1,6 miliardi dovuti al Fmi. Il fondo europeo, guidato dal tedesco Klaus Regling, a due giorni dal voto, gioca durissimo: «Il mancato pagamento al Fmi rappresenta un evento di default», si legge in una nota del fondo creato a Lussemburgo nel 2010: L'Efsf «si riserva di diritto» di richiedere alla Grecia il rimborso immediato dei 130 miliardi di euro dovuti, e «tiene aperte tutte le opzioni».
Di fatto l'Efsf avvicina di un passo il default conclamato.
La Bce, potenzialmente già lunedì mattina, potrebbe decretare che, essendo garantite da uno Stato ritenuto in default dal suo maggior creditore, le banche greche non sono più solvibili. E quindi chiudere completamente i 90 miliardi di liquidità d'emergenza (Ela) che tengono le banche ancora in vita (anche se chiuse). Sarebbe il collasso delle banche e l'anticamera immediata dell'addio all'euro.

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