IL DOPO Forza Italia

Sabato 23 Maggio 2015
ROMA - Il nome del futuro leader è ancora top secret (o forse semplicemente non c'è), ma su una cosa Silvio Berlusconi non sembra avere dubbi: a guidare i moderati sarà una persona non scelta con le primarie. Uno strumento, mette in chiaro ancora una volta da Napoli per un tour elettorale, «manipolabilissimo» e che «ha portato i sindaci peggiori in Italia». L'idea dunque di uscire lentamente di scena ritagliandosi un ruolo da regista continua ad essere uno dei progetti presi in considerazione, ma se l'ipotesi di fare un passo indietro può essere accolta favorevolmente dagli altri alleati convinti di poter guadagnare spazio, la bocciatura delle primarie rischia di allontanare quelli futuri, come Matteo Salvini.
Alle stoccate che l'ex premier non risparmia alla consultazione popolare replica proprio il leader del Carroccio: «Non ci sono eredi e dinastie, ma i cittadini che dovranno scegliere programmi e candidati», avverte il leader dei lumbard che con una punta di sarcasmo osserva: «Berlusconi ha detto di voler scegliere il suo erede, lui però non è la regina Elisabetta».
Insomma parole chiare che fanno intendere come al segretario leghista l'idea di un successore individuato dall'alto (o, peggio, che a scendere in campo possa essere uno dei figli di Berlusconi) non vada affatto bene. Con il rush finale della campagna elettorale e ad una settimana dal voto, né il leader azzurro né tantomeno Salvini perdono tempo in litigi. Per riaffrontare l'argomento infatti ci sarà tempo dopo le elezioni.
A seconda dell'esito delle urne, che stando ai sondaggi dovrebbe evidenziare il sorpasso della Lega su Forza Italia, il leader dei lumbard andrà a battere cassa ad Arcore pretendendo di avere la golden share sulla ricomposizione del centrodestra.
Un percorso non facile visti gli equilibri precari con il resto degli alleati. A pesare infatti è la convivenza difficile - praticamente impossibile - tra Salvini ed Angelino Alfano tanto che il coordinatore di Ncd, Gaetano Quagliariello (foto in alto), non esita a mettere in chiaro le cose: via libera alla consultazione popolare «a condizione che sia regolamentata», ma nessuna possibilità per un'intesa con la Lega Nord: «Nel centrodestra del futuro che siamo impegnati a costruire - osserva - non c'è spazio per Salvini». Insomma, i distinguo non mancano, considerando che il blocco di consensi intorno alle primarie rischia di isolare Forza Italia. Oltre ad Ncd infatti, Raffaele Fitto, fresco di ingresso ufficiale nel gruppo dei conservatori europei ne fa da sempre un cavallo di battaglia.
Tra i supporter poi c'è anche Giorgia Meloni. Nonostante Berlusconi insista sulla necessità di una ricomposizione di tutta l'area, il percorso appare di difficile realizzazione. Berlusconi dovrà infatti fare i conti con lo sbandamento che da mesi vive il suo partito. L'addio dei fittiani dai gruppi un minuto dopo le elezioni è ormai notizia superata ma resta l'incognita su possibili fughe di parlamentari insospettabili. A seconda infatti delle decisioni dell'ex premier in merito al partito e a chi ne prenderà le redini, i numeri dei gruppi azzurri possono subire delle modifiche. Ad incidere saranno poi le mosse di Verdini. In un'intervista ad una emittente toscana, Berlusconi ribadisce che i rapporti con l'ex coordinatore azzurro non sono cambiati ma ci tiene a precisare che sul Patto del Nazareno le «opinioni» restano «differenti».
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