Il Comune "assume" i profughi

Martedì 29 Luglio 2014
Il Comune "assume" i profughi
Si avvicina il primo giorno di lavoro per i profughi bellunesi. Non timbreranno il cartellino ma, rastrello e forbici alla mano, si occuperanno della manutenzione in città. Saranno impiegati dal Comune in piccoli lavori di cura del territorio secondo un progetto che, annunciato da mesi, sta arrivando in questi giorni alla realizzazione. Si alleggerisce solo ora, infatti, la zavorra della burocrazia per le decine di giovani, per lo più africani, arrivati a partire da marzo in provincia: presto, forse già dalla prossima settimana, potranno rimboccarsi le mani e mettersi al lavoro tra strade e parchi cittadini. Un incontro per definire gli ultimi punti e stendere la convenzione con le cooperative è previsto oggi pomeriggio a Palazzo Rosso. «Per mesi - spiega l'assessore al sociale Valentina Tomasi che ha seguito la questione in prima persona - non è stato possibile impiegarli come volontari perché di fatto il loro status di profughi impediva loro di essere assicurati dal Comune per l'opera prestata. Nei due tavoli tenutosi alla prefettura di Venezia sull'emergenza immigrati abbiamo presentato l'inghippo e la necessità di una sburocratizzazione che ora ci è stata accordata, sebbene in maniera informale. Oggi ci incontreremo con Parchi in Movimento e Società Nuova per arrivare ad un accordo sull'organizzazione del lavoro». Il progetto può dunque procedere. Buono per l'amministrazione che, in costante sotto organico è sempre a caccia di cittadini tutto fare, buono per i bellunesi che si sentono ripagati dell'ospitalità concessa e buono per gli immigrati stessi, felici di mettersi a disposizione del territorio e di ammazzare il tempo in attività utili, sebbene gratuitamente. «L'idea - prosegue Tomasi - è quella di farci dare una mano in piccoli lavoretti di cura del territorio ma anche di aiutare l'integrazione. Per questo abbiamo coinvolto il gruppo di cittadini di Parchi in movimento, per farli lavorare fianco a fianco con i ragazzi stranieri non solo di domenica ma anche durante la settimana». Fino ad oggi i profughi, almeno quelli in carico al Consorzio Si e alle cooperative ad esso associate, hanno dato il loro contributo alla comunità sistemando le abitazioni che li ospitano, tinteggiando locali, sistemando impiantistica e impegnandosi in simili, piccole, manutenzioni. Tra di loro ci sono elettricisti, carpentieri e pittori che hanno sempre assicurato di prestare ben volentieri il loro sapere e le loro braccia alla città di Belluno.

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