Grecia, gli Usa vogliono trovare un accordo nel G7

Mercoledì 27 Maggio 2015
ROMA - Il dossier Grecia, ormai è finito di prepotenza nell'agenda del vertice dei ministri delle Finanze e governatori a Dresda che inizia oggi e finisce venerdì. Il rischio di un mancato pagamento da parte di Atene al Fondo monetario internazionale, il prossimo mese, potrebbe scatenare il default in una spirale in fondo alla quale c'è il 'Grexit', l'addio all'euro. Le tensioni per la Grecia - spiega il governatore di Bankitalia Ignazio Visco mentre lo spread italiano sfiora i 140 punti base - finora contenute, potrebbero diventare «gravi e potenzialmente destabilizzanti». Più cauto il premier Matteo Renzi: «sono abbastanza convinto che ci siano le condizioni per fare l'accordo», ma anche se così non fosse «non ci sarebbe alcun rischio per il contribuente o il correntista italiano». Sulla stessa linea del premier il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan. Un eventuale default greco potrebbe causare «qualche problema sui mercati, ma non sono assolutamente preoccupato per l'Italia: l'Italia è molto solida, lo spread potrebbe salire ma per un periodo di tempo breve, troppo breve per impattare sul debito», spiega il titolare del Tesoro.
L'allarme però c'è, visto che Washington torna a farsi sentire sui lavori del G7. Gli Usa nei colloqui tecnici pre-summit avrebbero fatto trapelare un certo nervosismo, rappresentando l'urgenza di disinnescare il rischio-Grecia e trovare un compromesso. Ieri anche il ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, ha cerca di rassicurare: «nella misura in cui saremo in grado di pagare i nostri debiti, li pagheremo», ed «è responsabilità del governo essere in grado di pagare». Varoufakis è convinto che si trovi prima del 5 giugno l'accordo in grado di sbloccare almeno una parte dei sette miliardi attesi come prossima tranche del salvataggio. Il 'piano B' sarebbe quello di consolidare i pagamenti al Fmi alla fine del mese, guadagnando qualche settimana per trattare. Varoufakis, che vorrebbe evitare una stretta generalizzata sull'Iva, valuta una sanatoria sui depositi bancari nascosti all'estero, con un'aliquota del 15%. E non esclude una tassa su transazioni bancarie e prelievi ai bancomat, che però rischia di assomigliare a un congelamento 'soft' dei depositi per evitare una fuga di capitali.
Un barlume nel negoziato, se riconosciuto dall'Euro Working Group che giovedì giovedì riunisce i tecnici dei ministeri delle Finanze dei 19, potrebbe portare alla convocazione di un Eurogruppo d'emergenza. E non è escluso che la decisione possa arrivare durante il G7, caldeggiata dagli Usa e favorita dai colloqui a Dresda.

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