Frau Merkel sotto tiro: «Se fallisce l'euro, colpa sua»

Domenica 5 Luglio 2015
BERLINO - Seduta sulle rovine delle colonne di un tempio greco, Angela Merkel è «die Truemmerfrau», e cioè «la donna delle macerie». Evocando le cittadine tedesche che, alla fine della II guerra mondiale, in Germania, aiutarono a liberare le strade del Paese dai detriti lasciati dal conflitto, il settimanale der Spiegel sferra un duro attacco alla cancelliera, alla vigilia del referendum di Atene. «Se fallisce l'euro - si legge in copertina - fallisce il suo mandato come cancelliera». Il settimanale non fa sconti alla «leader più potente del continente»: «Angela Merkel gode della fama di regina d'Europa, ma in realtà non sa cosa fare del suo potere. La crisi della Grecia fa precipitare l'Ue anche per questo nel caos, perché la cancelliera lascia trascinare le cose così a lungo». «Si trova adesso davanti alle rovine della sua politica europea ? scrive il settimanale - Come si è potuti arrivare così avanti?» Non avrebbe dovuto permettere, insomma, il radicalizzarsi della situazione in Grecia.
Merkel sarebbe arrivata alle soglie del suo fallimento, anche perché ha trovato di fronte a sè un leader che ha la qualità opposta: «La radicalità di Tsipras sta nel suo decisionismo. Se lui non accetta le regole, devono essere annullate. Ecco la logica di Syriza. Merkel non si è contrapposta con determinazione. E questo è il suo vero fallimento». C'è anche un paragone con Helmut Kohl, che riteneva l'Ue dovesse crescere insieme, credendo nel progetto di pace: «Merkel segue la sua retorica, ma non la sua politica. Per questo parole e atti sono sempre più distanti». Tra meno di 5 mesi, sarà al potere da 10 anni, ricorda il magazine. Finora non si è preoccupata di che tipo di immagine lascerà nella storia: «è la prima donna ad avercela fatta, il che non è poco». Ma chiunque la conosca bene assicura che la cancelliera si candiderà una terza volta: e questo per dare un nuovo assetto all'Europa. «Se l'euro crollasse - conclude Spiegel - questo getterebbe un'ombra sul suo cancellierato».

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