Estate da paura, tremano le strutture in quota «Non sale più nessuno, la stagione è rovinata»

Mercoledì 30 Luglio 2014
È una stagione da paura. Per i rifugi dell'Agordino un'estate da dimenticare nella speranza che giorni così possano diventare un incubo del passato.
Per le strutture senza strada raggiungibili solo a piedi quest'anno oltre alla crisi economica ci si è messo anche il brutto tempo. Gli escursionisti sono ridotti al minimo e le disdette piovono da tutte le parti.
Mirella Scola, che gestisce il rifugio Volpi al Mulaz sotto le cime del Focobon ad una altitudine di 2571 metri da oltre vent'anni, non ricorda una stagione più critica di questa. «Abbiamo iniziato già in salita la stagione con ancora tanta neve e senza teleferica perché quest'inverno era stata danneggiata. E ora ci troviamo ad affrontare il problema del maltempo, disdette continue e i turisti "mordi e fuggi" che non arrivano. Affari dimezzati senza ombra di dubbio rispetto al 2013 e già lo scorso anno non era andato bene. Ovviamente la speranza la indirizziamo tutta verso agosto, ma comunque la stagione nel suo insieme è compromessa».
Per il rifugio Falier posto a 2080 metri sotto la parete sud della Marmolada le cose vanno un po' meglio, ma diciamo solo un po', come sottolinea Dante Del Bon: «Diciamo che per noi le cose vanno un po' meglio in questo frangente perché per arrivare al nostro rifugio ci si mette dai quaranta minuti al massimo un'ora, quindi siamo avvantaggiati rispetto a rifugi che per raggiungerli ci vogliono magari tre ore di cammino. Ciò nonostante ravvisiamo anche noi un calo consistente della clientela proprio per le condizioni precarie del tempo. Le persone ci sono ma molte meno, anche noi abbiamo avuto varie disdette e la cosa non è confortante per una stagione già compromessa dalla crisi economica».
Anche sotto la parete del Civetta le cose non cambiano come sottolinea Walter Bellenzier, gestore del rifugio Tissi in località Col Rean a 2250 metri, da sempre considerato meta prestigiosa del turismo agordino. «La situazione è veramente seria perché a fine luglio i passaggi sono pochissimi. Manca totalmente l'escursionista italiano con il quale negli anni passati si lavorava il fine settimana e questo faceva la differenza. Lavoriamo un po' con gli stranieri che fanno le alte vie però è poca cosa, le richieste ci sono e anche varie ma poi viste le condizioni meteo disdicono a frotte. Noi il personale dobbiamo pagarlo e non sappiamo come fare».

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