Destra e sinistra: lezioni e veleni

Mercoledì 16 Aprile 2014
BELLUNO - (dt) «Che cos'è la destra? Cos'è la sinistra?». Forse è il caso di scomodare Gaber. Quanto meno per sdrammatizzare un accenno di "caso diplomatico" scoppiato tra Palazzo Rosso e la sfera politica di destra. Perché, a differenza della sottile ironia del signor G, un assessore avrebbe affibbiato etichette "sconvenienti" a destra e "trionfali" a sinistra. A riferirlo è chi si è sentito offeso da "destra-sinistra" in versione Palazzo Rosso: Titti Monteleone, già candidata al Comune di Belluno e alla Camera dei deputati. Ovviamente nella sfera di destra. Il casus belli, una visita al municipio di una classe delle elementari di Giamosa. «Durante la spiegazione sul funzionamento del consiglio comunale - racconta Monteleone - l'assessore Valentina Tomasi ha detto ai bambini che quelli di destra fanno la guerra e danno le botte, mentre quelli di sinistra fanno la pace e si danno la mano. Trovo vergognoso che un assessore vesta i panni del partigiano spudorato: chiederò le sue dimissioni». Su destra e sinistra, però, grava un equivoco. O un artista. Dopo Gaber, a mettere pepe tra l'assessore e Titti Monteleone ci pensa Giovanni De Min, l'autore tardosettecentesco dei quadri che troneggiano nella sala consiliare. L'assessore Tomasi avrebbe usato "destra" e "sinistra" per riferirsi alle due pitture che stava spiegando ai bambini. «Ricevo in municipio tante scuole e non parlo mai di appartenenza politica - spiega l'assessore- E ogni volta spiego il contenuto e il significato dei quadri di De Min che abbelliscono la sala consiliare. Quello alla destra dei bambini rappresenta una scena di guerra, quello alla sinistra una scena di pace: in mezzo, sul soffitto, c'è la giustizia, che è il compito a cui è chiamato il consiglio comunale. Questo ho detto ai bambini di Giamosa. Spiace che un'attività come quella dei percorsi di cittadinanza attiva venga sporcata da un fraintendimento». «Ah, l'italiano - chiosa con ironia ben poco velata Titti Monteleone - L'assessore avrebbe dovuto esprimersi meglio». (((tormend)))