Decreto legge sulla riforma Rai per evitare le trappole del voto

Martedì 28 Luglio 2015
Decreto legge sulla riforma Rai per evitare le trappole del voto
ROMA - L'ipotesi di un decreto legge che recepisca la riforma Rai che uscirà venerdì dal Senato è sempre più concreta. Le nuove norme sulla tv pubblica, a Montecitorio, dovranno affrontare non solo il no delle opposizioni, M5S in primis, ma anche i dubbi nella maggioranza. Tra i deputati della fronda interna al Pd la voglia di rimettere mano al lavoro dei colleghi senatori non si è per nulla assopita. Per il via libera alla riforma, quindi, il governo avrebbe definito una strategia con poche, chiare, opzioni possibili. Tutte ancora percorribili. Palazzo Chigi, per tutelarsi da eventuali sorprese sul voto, anche da quello a palazzo Madama, aveva già inserito un emendamento al testo che consente di eleggere il nuovo Cda con le regole attuali, dando però al direttore generale ampi e nuovi poteri da amministratore delegato, come previsto dalla riforma. Un segnale ai senatori dem più renitenti e all'opposizione. Se da una parte il sentiero delle riforme si fa sempre più tortuoso, dall'altra il governo non intende subire ulteriori stop. Renzi lo ha già detto più volte: se la riforma della Rai non va in porto, qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di un altro rinnovo del cda con la legge Gasparri. Sono in tanti a nutrire la speranza di nominare i nuovi vertici con l'attuale normativa garantendosi un cda con pieni poteri per altri tre anni. Un'ipotesi gradita sicuramente a Forza Italia, ma anche, è il ragionamento di molti nella maggioranza, ai 5 Stelle, che metterebbero finalmente piede a Viale Mazzini. «Riscrivendo la normativa sulle nomine del cda - spiega il vicepresidente Pd della commissione di Vigilanza Rai, Francesco Verducci- si spezzano delle rendite di potere che fanno comodo. Cercare di sabotare la riforma, quindi, con un ostruzionismo mascherato da una valanga di emendamenti, è la carta che stanno giocando». Tesi respinta dai senatori 5Stelle e dal loro presidente della Vigilanza Rai il pentastellato Roberto Fico. Nelle trattative del sottosegretario Antonello Giacomelli, col relatore del provvedimento Raffaele Ranucci, sulle possibili modifiche fra i nodi da sciogliere ci sono i nuovi criteri di incompatibilità i membri del cda, e le regole sulla trasparenza chieste da M5S.
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