ROMA - Da Pietro Maso che a Montecchia di Crosara in provincia di Verona, nel 1991 a 19 anni uccise a bastonate i genitori e simulò un furto per darsi alla bella vita con l'eredità, a Erika e Omar, che nel 2001 uccisero a Novi Ligure la mamma e il fratellino di lei, fingendo poi che fossero entrati sconosciuti nel villino armati di coltelli, fino ai tanti casi di genitori che tolgono la vita ai figli e simulano tentativi di rapimento o di rapine finite male. Sono numerosi i casi di parenti che uccidono i congiunti e che inscenano aggressioni dovute a criminali. Il 17 marzo 1988 nel quartiere Tiburtino a Roma, Elettra Mazza, 34 anni, uccide con una mannaia il proprio figlio di 18 giorni e confessa l'omicidio dopo aver inizialmente raccontato di aver aperto la porta a due uomini che volevano controllare il contatore del gas e che avrebbero ucciso il neonato. Il 7 gennaio 2013 a Montemurlo (Prato) una badante georgiana, Natia Tatarashvili, 24 anni, sgozza la sua datrice di lavoro, Cleofe Nizzi. Dopo l'omicidio, dovuto all'ennesima reprimenda dell'anziana, che scatena la rabbia della badante, la ventiquattrenne cerca di simulare una rapina, raccontando ai carabinieri di essere stata fuori casa due ore e cucendo alcuni preziosi suoi e dell'anziana all'interno del proprio cappotto, per nasconderli e fingere che fossero stati portati via dai malviventi. - Nei giorni scorsi, il 17 agosto, un giovane di Lucca, Andrea Gambino, 20 anni, sotto effetto di alcol e droga, colpisce il padre nel sonno, riducendolo in fin di vita ed ai carabinieri racconta che sono stati vittime di una rapina.
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