Da Amanda a Jules, le vittime fragili dei cyber-ricattatori

Lunedì 14 Dicembre 2015
TREVISO - Sentirsi violati nel proprio lato più vulnerabile e messi alla berlina agli occhi del mondo ma anche dei propri cari. La vergogna si mescola in un cocktail micidiale con la perdita di autostima per l'ingenuità di essere caduti nell'inganno. E' questa la molla che fa scattare la voglia di farla finita. Spesso le vittime vengono salvate in extremis, ma sono numerosi i precedenti di persone minacciate o protagoniste di divulgazioni mediatiche che si sono tolte la vita. Il caso più clamoroso è quello di Amanda Todd, una quindicenne canadese che aveva chattato con quello che sembrava un giovane corteggiatore inviandogli alcune foto con la webcam. Era invece un cyber-bullo che appena avuti i primi scatti iniziò a minacciarla di pubblicazione, costringendola a foto sempre più spinte, e poi le pubblicò ugualmente. Insultata sul web, la ragazza dovette cambiare scuola e città ma dopo un primo tentativo fallito non resse alla vergogna e si tolse la vita dopo aver postato un filmato muto in cui reggendo una serie di cartelli denunciava la sua storia. Era il 2011, ma da allora la Rete sembra diventata sempre più spietata. L'anno dopo una vicenda simila accadde in Francia a Jules, un diciottenne coinvolto in un gioco erotico via web e poi ricattato. Mentre sono dell'estate scorsa i suicidi, negli Usa e ancora in Canada, di iscritti a un noto network di incontri che si sono ritrovati il nome divulgato dagli hacker. In Italia ha creato scalpore il caso di una ventenne bolognese che ha tentato di togliersi la vita, terrorizzata dall'intenzione dell'ex fidanzato di mettere le sue foto intime sul web e di inviarle a suo padre. A Belluno, invece, di recente tre giovani sottoposti a richieste di denaro hanno deciso di non pagare e denunciare l'accaduto alle forze dell'ordine.

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