Centrale del Mis, un insegnamento

Sabato 23 Agosto 2014
Mi riferisco alle dichiarazioni del capogruppo (di maggioranza?) in consiglio comunale di Gosaldo Giuseppe Renon sulla centrale della Valle del Mis. Esiste una sentenza della Cassazione, il tribunale italiano più importante, che fa proprie le motivazioni che hanno spinto il WWF con CAI, Amici del Parco, e Comitato ABC rappresentati dall'avvocato Domenico Sagui Pascalin, a ricorrere contro il nulla osta rilasciato da Parco e Regione Veneto alla ditta Valsabbia per realizzare la centrale idroelettrica in Valle Del Mis. Il ricorso accolto dice chiaramente che in quel luogo è stata violata la legge italiana. La sentenza esprime in modo netto alcuni concetti: in quel sito si è commesso un abuso e nel Parco esistono regole e principi che non possono essere violati. Il Parco si è dotato di uno strumento cardine che è il piano del Parco, le regole scritte sono inequivocabili, quell'intervento lì non poteva essere realizzato. Il Parco non ha dato seguito ai fini istituzionali che la legge quadro 394 ha stabilito e che lo stesso Parco ha fatto propri stendendo il piano. Mi permetto di dare un'ulteriore informazione che inquadra nel giusto contesto la vicenda. Il motivo che ci ha spinti a ricorrere contro la realizzazione della centrale in Valle del Mis è che trovavamo inaudito che un Parco Nazionale che ha come missione la tutela del patrimonio ambientale e il dovere di creare un futuro sostenibile, si piegasse ad una richiesta meramente speculativa, in un territorio dove lo sfruttamento idroelettrico è giunto a livelli inaccettabili, tralasciando totalmente i principi che ne hanno permesso la realizzazione. Lì si è di fatto giocata una partita importante sulla salvaguardia di un principio, e colpisce un po' che un amministratore si lasci sfuggire questa cosa. Un principio cardine per un Parco, per una Regione ma anche per tutte le istituzioni. Non è possibile darsi delle regole e poi violarle. La sentenza ripristina questo principio e sottolinea come esista un valore che va oltre il mero conto economico: quello ambientale. La Valsabbia ha ricorso al Tribunale Superiore Acque Pubbliche contro l'obbligo di ripristino che in primavera le è stato notificato dal Genio Civile di Belluno su incarico della Regione Veneto, è obbligata a riportare allo stato originale il sito perché ha realizzato un intervento illegittimo. Difendere i principi è fondamentale perché è attraverso la loro affermazione che le istituzioni dimostrano la loro imparzialità e garantiscono la sicurezza ai cittadini che governano.
Augusto De Nato

WWF Veneto

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