Berlusconi: contro la sinistra una crociata di democrazia

Sabato 30 Maggio 2015
Berlusconi: contro la sinistra una crociata di democrazia
Silvio Berlusconi sorride dal divano bianco del salotto di Barbara D'Urso. Per chiudere la campagna elettorale delle regionali non sceglie una piazza, ma lo studio televisivo di Mediaset. «Mi sento a mio agio, è da qui che ho cominciato», dice allargando le braccia. E da qui vuole tornare a vincere, l'obiettivo del voto di domenica prossima è un risultato da partita di calcio che insidi la maggioranza di governo. «E' un test per l'esecutivo. Se finisse 4 a 3 ci sarebbero senza dubbio conseguenze politiche - afferma - Un nostro successo porterebbe meno tasse, migliori servizi sanitari e aprirebbe la strada a una vittoria più vicina nelle elezioni nazionali, con un prossimo cambio del governo del Paese». Berlusconi si rivolge «alle signore davanti alla tv» e ai moderati, che incarica di condurre «una crociata di democrazia e libertà» contro una sinistra che «non è in grado di far uscire l'Italia dalla crisi, perché la ricetta è meno tasse su famiglie e imprese e questo la sinistra, per cultura e tradizione, non lo può fare». Chiama a raccolta gli elettori, esorta a sacrificare le vacanze e andare alle urne: «Fate l'investimento di un'ora, vi renderà cinque anni di buon governo». E al premier Matteo Renzi che lo definisce «un biglietto scaduto», un'esperienza ormai finita, ribatte: «A me il biglietto l'hanno dato gli italiani, lui non l'ha mai avuto». L'ex Cavaliere rivendica il suo governo come «l'ultimo eletto dal popolo italiano», spiega che Renzi «non ha fatto un partito nuovo» ma ha riproposto la solita sinistra di vent'anni fa e che se il confronto deve essere sui numeri, allora non c'è gara. «Lui è stato votato solo come sindaco e io, mi consenta, di voti ne ho avuti milioni e milioni». E poi c'è il «discutibile» meccanismo che ha portato Renzi alla poltrona di premier: «Attraverso le primarie è diventato segretario del Pd e si è autocatapultato a Palazzo Chigi, dove è capo di un governo con una maggioranza incostituzionale che usa in modo spregiudicato per modificare la Costituzione».
Eppure, ricorda Berlusconi, Renzi è apparso a tutti come una grande novità, «40 anni, straordinaria presenza». Così «ci siamo illusi che fosse il miglior comunicatore apparso in politica da decenni e potesse avviare il Paese sulla strade del benessere e dello sviluppo». Oggi nel Pd molti «sopportano Renzi perché credono sia un vincente», sostiene il leader di Fi, «perciò se dovesse perdere alle regionali ci potrebbe essere una notte dei lunghi coltelli». Berlusconi è pronto. «Non credevo di tornare così presto in politica. Volevo attendere la Corte di Strasburgo e parlare nello splendore della mia innocenza e da martire». Ma le motivazioni della Cassazione sul caso Ruby «hanno dimostrato che è stato un processo per rovinare il prestigio del premier. Quando c'è un avversario che non si riesce a far fuori con le elezioni, alla sinistra viene in soccorso sempre la magistratura di sinistra con l'uso politico della giustizia».
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