Berlusconi: «Renzi a casa se perde quattro Regioni»

Mercoledì 27 Maggio 2015
ROMA - La campagna elettorale si avvia al rush finale con i toni classici dello scontro tra leader. Matteo Renzi scommette sulla vittoria, non importa se piena. «Per me il problema non è se vinciamo tutte le Regioni, per me il problema, da presidente del Consiglio, è se rimettiamo in moto la speranza, ci curiamo delle aziende che rimettono al centro la qualità dei lavoratori», afferma. Ma che sia 6-1, 5-2 o 4-3, Renzi ribadisce che dopo il voto regionale non cambierà nulla per il governo.
Silvio Berlusconi fa sapere invece che «lo stesso Pd manderà a casa Renzi se perderà Veneto, Campania, Liguria ed Umbria».
«Berlusconi ha fallito», chiosa Renzi asserendo che certo non lascerà Palazzo Chigi, come fece Massimo D'Alema, se anche non dovesse stravincere. «Posso fare molte cose nella vita, difficilmente quelle che ha fatto D'Alema», butta là il premier.
Intanto, Angelino Alfano e Matteo Salvini se le danno di santa ragione. «Salvini nei miei confronti ha una forma monomaniacale di fissazione. Il motivo è ovvio: lui vuole che il dopo Berlusconi sia l'estremismo di destra. Noi no», attacca il leader di ncd. «Anche oggi l'incapace Alfano mi insulta - irride Salvini - dice che sono fissato, ha ragione: io sono fissato con la Sicurezza, lui è fissato alla poltrona». L'ex delfino Alfano attacca anche il Cav. «Berlusconi ha avuto la grande occasione di federare tutti e poi ha rovinato tutto».
Il Cavaliere mancava da un anno dal salotto di Bruno Vespa, e nel giorno del gran ritorno si ritaglia un ruolo da padre nobile: «La mia non è una campagna elettorale» premette. E si rassegna alla pensione, perfino: «Io non posso essere ricandidato nel 2018 a causa della legge Severino». Sembra rassegnato financo alle aborrite primarie: «Non posso esere io a indicare il mio successore», dichiara: «Il futuro leader del centrodestra uscirà da solo, come ha fatto Renzi». E non sarà una successione dinastica: «Impedirei ai miei figli di farlo».
Non mancano molto moderate punzecchiature a Renzi: «Ha fatto solo proclami, ha aumentato le tasse. Sta prendendo in giro i pensionati, ha definito bonus quello che è solo una mancia: deve restituire tutto». La strategia del Cav non cambia: con la nuova legge elettorale, è indispensabile «un rassemblement dei moderati» di cui «è necessario faccia parte anche la Lega: o ci si unisce oppure temo che la sinistra governerà per i prossimi anni».
Matteo Salvini, dal canto suo, al salotto di Vespa ha preferito le piazze di Savona e di Genova, sfidando le solite contestazioni dei centri sociali. A Genova alcune decine di infiltrati sono arrivati fin sotto il palco di Salvini e hanno lanciato bmbe carta e fumogeni. Una carica della polizia li ha dispersi, tenendo lontani i milianti salviniani dai contestatori. Terminato il comizio di Salvini, la polizia è intervenuta per evitare che alcuni esponenti di Casapound venissero a contatto con il corteo dei centri sociali.

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