Bellunesi divisi sul nome «Un ritorno al passato»

Domenica 1 Febbraio 2015
Sarà anche il presidente degli italiani. Ma i bellunesi li divide. E non poco. Sergio Mattarella, il nuovo inquilino del Quirinale, piace al Pd. E non potrebbe essere diversamente. Ma non piace per niente alla Lega. In mezzo, Movimento 5 Stelle e Forza Italia aspettano prima di esprimere un giudizio. Ma stigmatizzano il metodo con cui il premier Renzi ha scelto (da solo) il nome del nuovo presidente, per gettarlo in pasto al voto del Parlamento.
«Stiamo vivendo una bellissima pagina di politica nazionale - il primo commento dell'onorevole Roger De Menech (Pd) -. Oggi (ieri, ndr) abbiamo avuto una grande dimostrazione di unità. E siamo tornati ad una politica normale. Questa è la vittoria della normalità. La vittoria dell'onestà: Sergio Mattarella è una persona perbene». L'entusiasmo di De Menech non contagia Raffaela Bellot. Che ha votato Vittorio Feltri. «È il complice della bocciatura del referendum contro la legge Fornero, relatore, da giudice costituzionale, di tutti i provvedimenti contro l'autonomia locale, esponente della prima repubblica: noi non festeggiamo perché Sergio Mattarella non è il nostro presidente - afferma la senatrice leghista -. Il Parlamento, drammaticamente ancorato a vecchie e logore logiche partitiche, ha scelto di tornare al passato». Neppure Federico D'Incà (M5S) ha votato per Mattarella. Sulla sua scheda ha scritto Imposimato. «Diamo credibilità a Mattarella - dice D'Incà -. Ma ci aspettavamo un altro metodo: Renzi, da solo, ha scelto il Presidente degli italiani». Dello stesso parere anche il senatore forzista Giovanni Piccoli, che ha votato «bianca»: «Forza Italia ha mantenuto la sua posizione fino all'ultimo contro un metodo scellerato e poco democratico. Mi auguro che nonostante questa inutile prova di forza del premier Renzi, il presidente Mattarella riesca a diventare davvero il presidente di tutti. Ne ha bisogno l'Italia, ne hanno bisogno i territori».

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