Anti-corruzione, la "svolta" che spacca

Sabato 23 Maggio 2015
ROMA - Tornano a scontrarsi Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: a dividerli nuovamente è il giudizio sulla legge anti-corruzione approvata ieri in via definitiva dalla Camera, che ripristinando il falso in bilancio, pone fine anche simbolicamente a un ventennio berlusconiano. Una «svolta» rivendicata con orgoglio da Renzi, e criticata invece dall'ex Cavaliere che si trova paradossalmente in compagnia di chi attacca la legge per ragioni opposte, perché sarebbe insufficiente.
«Siamo di fronte ad una svolta oggettiva - ha detto il premier - e potremmo rivendicarlo come governo, perché l'avevamo promesso e l'abbiamo fatto, ma è l'Italia che torna ad essere dalla parte della legalità». Renzi cioè non vuole prendersi i meriti da solo, ed anzi invita i cittadini «ad essere contenti di un Parlamento che rimette le regole di certezza del diritto». La bocciatura della legge da parte di Berlusconi è invece senza appello: «Da sempre sono del parere che non è aumentando la pena che si può diminuire la possibilità di attuazione di un reato. Per le persone oneste - aggiunge - non c'è differenza tra una pena o l'altra che è maggiore». Come giovedì al momento del voto, Fi e M5s si sono trovati insieme nel «no» al provvedimento seppur per ragioni opposte, anche ieri alle parole di Berlusconi fanno da pendant quelle grilline, ma non solo, di chi sottolinea che «si poteva fare di più» e che «restano troppe ombre». «È un primo passo importante ma c'è ancora tanto da fare» ha commentato Luigi De Magistris, sindaco di Napoli ed ex pm.

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