VENEZIA - Gli ultimi tagli alla Sanità sono piovuti sui bilanci regionali appena due giorni fa: altri 2,3 miliardi di cosiddetti risparmi, ripartiti tra le Regioni senza distinguere tra quelle che buttano i soldi dalla finestra e quelle che le razionalizzazioni le hanno già fatte da un pezzo. E dopo il danno, le beffe: ieri la Corte dei Conti ha licenziato il bilancio della Regione Sicilia con un rapporto da far paura. Altro che "spending review", altro che risparmi, tagli, diete e razionalizzazioni. Un disastro. «Considerata per funzioni-obiettivo, la spesa sanitaria della Regione Sicilia è stata nel 2014 pari a 11 miliardi e 817 milioni di euro - denunciano i magistrati contabili - mentre nel 2013 ammontava a 11 miliardi e 71 milioni». Quindi la spesa, in un anno in cui la Regione si era impegnata a diminuirla, si è accresciuta di quasi 800 milioni di euro. Ma non c'è solo la Sanità: le cifre più preoccupanti sono quelle del debito accumulato dalla Sicilia in anni di dissipazioni. E anche qui, l'azione del governo regionale sembra tutt'altro che risolutiva, secondo la Corte dei Conti: «Al 31 dicembre 2014 il debito complessivo della Regione Siciliana è pari a 5,5 miliardi di euro». E non è affatto in diminuzione, anzi: «Lo stock del debito si attesta su un livello superiore a quello dell'anno precedente, registrando un trend crescente del 3%». Ma non basta: «Si consideri - scrivono i giudici - che entro il 2015 si aggiungerà la prevista sottoscrizione di un ulteriore prestito, che porterà l'onere restitutorio della Regione a circa 7,9 miliardi di euro». Secondo la Corte, un intervento dello Stato è a questo punto «indispensabile e urgente». E io pago...
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