Agguati e bombe carta nel derby della follia

Lunedì 27 Aprile 2015
Sassi e calci contro il bus dei giocatori della Juventus, petardi e bombe carta con feriti nella curva del Torino e cinque supporter delle due squadre arrestati. E' il bilancio della giornata di derby vissuta ieri a Torino dove di nuovo la notizia non è il risultato, la vittoria storica del Toro per 2 a 1.
Che la tensione fosse alta si è capito dal mattino quando le due tifoserie si sono fronteggiate in una piazza nei pressi dello stadio Olimpico: due cariche di alleggerimento della polizia hanno tenuto i due gruppi separati e un tifoso bianconero è stato fermato per lancio di oggetti pericolosi e resistenza a pubblico ufficiale. Gli animi sono tornati a scaldarsi all'arrivo del pullman con i giocatori della Juventus, bersagliato da calci e pugni da un gruppo di circa 300 torinisti. Un sasso ha infranto un finestrino, ma a parte qualche ammaccatura alla carrozzeria del bus nessuno si è fatto male. In serata la digos ha identificato dai filmati uno dei granata presenti che è stato denunciato per danneggiamento aggravato. Intanto un altro juventino veniva arrestato dai carabinieri all'ingresso dello stadio per resistenza a pubblico ufficiale.
Ma la violenza è riesplosa pochi minuti dopo il fischio di inizio quando tra le due curve è partito un lancio di fumogeni, petardi, seggiolini e altri oggetti. Fino a una bomba carta che dal settore juventino è atterrata nella curva "Primavera" del Torino. Undici i ragazzi feriti portati in diversi ospedali della città. Nessuno alla fine ha riportato conseguenze gravi: bruciature e ferite da schegge, problemi all'udito dovuti alla deflagrazioni ed escoriazioni varie. Per questo episodio la polizia ha arrestato tre ultras, due bianconeri e un granata, e prosegue gli approfondimenti per identificare altri possibili autori dei lanci. In tutto, al termine della giornata, cinque arresti e tre denunce.
«La partita era appena iniziata quando abbiamo visto la gente aprirsi e poi c'è stato lo scoppio» racconta Matteo, 32 anni, mentre aspetta gli amici che si stanno facendo medicare al pronto soccorso dell'ospedale Cto. «La bomba era molto grossa e il seggiolino è saltato. Una roba così ti può anche uccidere...», aggiunge Andrea, 28 anni. «Ero in auto con mia figlia - spiega Ivan, 50 anni - stavamo andando verso il centro per festeggiare quando un gruppo di ultras juventini ci ha circondato a un semaforo e ci ha spaccato i vetri dell'auto. Per fuggire ho tamponato un'altra macchina. Poi hanno provato a tirarmi fuori ma per fortuna una signora da un balcone ha urlato che aveva chiamato la polizia e sono scappati». Anche qui dopo la paura prevale l'amore per la squadra del cuore: «Papà, ci hanno rubato anche la bandiera!» le parole della figlia prima di superare le porte del pronto soccorso.
In serata la Juventus ha pubblicato una nota sul proprio sito internet nella quale «condanna ogni forma di violenza sia essa proveniente dai propri tifosi o da quelli avversari ed esige pari trattamento nella valutazione di essi in sede di giustizia sportiva o di commento. I fatti odierni richiedono una profonda riflessione da parte del calcio, ma anche delle istituzioni e dei media, che di questo spettacolo sono protagonisti importanti». E l'ad bianconero Giuseppe Marotta ha sottolineato: «Ci sono sempre attacchi contro di noi, è normale che la conseguenza sia questa».
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