Addio al parroco della non violenza

Domenica 1 Febbraio 2015
Da una settimana era sempre più stanco. Poi una caduta e la decisione, da lui accettata a fatica: meglio un ricovero. Poi però don Rinaldo De Menech, 93 anni a settembre, venerdì alle 15 e 30 ha chiuso gli occhi per sempre.
Parroco di Santo Stefano per quasi 50 anni, predicava con un denominatore comune: partire da un fatto di attualità, anche efferato, per arrivare alla preghiera contro ogni tipo di violenza. Per parlare, con modernità, ai distratti: «Era un suo talento saper cogliere in modo acuto e lucido gli accadimenti del quotidiano. E spesso si mostrava con idee più giovani dei giovani», precisa Spiridione Della Lucia, un parrocchiano che gli era vicino. Spirito autonomo, con il nome di "Galileo" don Rinaldo ha firmato - fino all'ultimo numero - articoli sull' "Amico del popolo". «Era lui che, con tenacia, non ha lasciato scivolare la festa della Madonna addolorata in mera "sagra dei fis-ciot"», continua Della Lucia.
I parrocchiani non hanno permesso che, per l'ultimo saluto, se ne andasse da quelle stanze - nell'ex studentato di Santa Maria Bambina - dove aveva allestito tante cene con i poveri, laboratori missionari, feste per gli anziani. Così, per lui, è stata allestita una camera ardente, aperta fino alle 17 e 30 di oggi. Una veglia lunga, quindi, per un sacerdote che era uomo di cultura. Che amava l'arte e la montagna.
Don Rinaldo, nato a Salce, fu vicario parrocchiale ad Agordo. Poi andò a Longarone e a La Valle agordina. Ricoprì, in seminario, il ruolo di vicerettore, fu direttore dell'Ufficio catechistico, della Commissione diocesana per l'arte sacra e assistente diocesano dell'Associazione medici cattolici. Sarà il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Giuseppe Andrich, a presiedere i funerali di monsignor Rinaldo De Menech. Sono fissati per domani alle 15.15 nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano, per proseguire, per un ultimo saluto, nella chiesa di Salce. Oggi alle 18 recita del rosario a Santo Stefano.

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