«Si parla troppo di impiego poco di studenti e programmi»

Mercoledì 6 Maggio 2015
Dario Schioppetto è il vice preside del liceo Belli di Portogruaro.
«Non ho scioperato pur concordando con il fatto che la scuola ha bisogno di cambiamenti profondi, alcuni di quelli prospettati sono addirittura timidi e forse anche questo è motivo di delusione. E aggiungo anche che non posso che rispettare lo sciopero di chi ci lavora ed è stanco per gli interventi che hanno depauperato la scuola di molte risorse».
Qual è la cosa che ha meno condiviso di questa agitazione?
«Il fatto che si pone troppa attenzione all'aspetto occupazionale e poca a quello formativo. Lo sciopero, anche per voce sindacale, serve per rinforzare l'immissione in ruolo di precari, ma la scuola non ha come fine primario quello di dare lavoro ai professori, ma per dare risposte agli studenti. Massimo rispetto per i precari. Una scuola nuova e buona deve porsi queste finalità: direi che a scendere in piazza dovrebbero essere famiglie e studenti».
Cosa altro non condivide?
«È una ragione di merito. Lo sciopero deve avere una funzione sociale, spiegare alla società quello che si vuole proporre, cosa che non mi è parsa chiara. Poi trovo assurdo che si decida di scioperare il giorno della prova Invalsi per la scuola primaria. Credo che in nessuna nazione gli insegnanti avrebbero incrociato le braccia il giorno delle prove nazionali».
Ritorniamo alla motivazione di merito.
«Il sindacato non ha fatto proposte alternative di grande spessore. Mi chiedo contro cosa stiamo scioperando. Insegno da 30 anni, da 19 sono vicepreside, e mi rendo conto che la gente che insegna è stufa, stanca del proliferare di leggi che imbrigliano la scuola, ad esempio». (d.b)
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