«Qualche spintone, poi andai via»

Domenica 1 Febbraio 2015
«Ebbi una discussione animata con Claudio. Ci fu qualche spintone. Lui cadde a terra, ma non mi sembrava si fosse fatto niente di che. Così me ne andai per la mia strada. Poi non ebbi più alcun contatto con lui e non ne seppi più niente. È stato solo leggendo il giornale che ho appreso gli sviluppi della situazione».
Sarebbe il 23enne pontalpino A.D.B. l'uomo misterioso che ha confessato ai carabinieri l'aggressione di via Roma per la quale nel frattempo due giovani bellunesi sono stati condannati.
È stato proprio leggendo le notizie di stampa che riportavano l'esito del processo a Lorenzo Bogo, 31 anni, e Valentina Reolon, 35, condannati a due anni ciascuno, più al risarcimento di una provvisionale di 40mila euro, che il ragazzo avrebbe capito che l'episodio al centro del processo era quello al quale aveva preso parte egli stesso, quattro anni prima.
Il caso è intricato e pieno di punti oscuri. La presunta aggressione risale al 5 dicembre 2010. L'uomo dichiara ai sanitari di essere caduto, per poi cambiare versione alcuni giorni, quando accusa Bogo e Reolon. Scatta l'indagine e i due finiscono a processo con l'accusa di lesioni gravi. Il 12 novembre 2014 la sentenza del giudice Domenico Riposati. Pochi giorni dopo, con i due imputati che urlano la loro innocenza, si fa vivo A.D.B. riconoscendo le proprie responsabilità. La sua dichiarazione viene verbalizzata dai carabinieri. Il caso arriva in procura. Sull'indagine in corso vige il riserbo più assoluto. «C'è una sentenza che è un punto fermo - disse a suo tempo il procuratore Francesco Saverio Pavone - ma faremo tutti gli accertamenti necessari». Ora è da vedere come verrà utilizzata dal punto di vista giudiziario la dichiarazione del pontalpino, se sarà considerato attendibile e che cosa comporterà in fatto di responsabilità personale la sua coraggiosa uscita. Il difensore dei due giovani potrebbe chiedere la revisione del processo. Ma per il momento la sentenza rimane valida.

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