«Noi, nella bufera di New York»

Mercoledì 28 Gennaio 2015
A contatto con Juno: un bellunese nella bufera. O meglio, nella neve. Quella neve a cui non può essere abituato neppure uno che la neve, da bellunese, l'ha vista tante volte. Neppure con un cognome tanto dolomitico. Riccardo Cadorin, residente nella Grande Mela, sta vivendo in queste ore la tempesta di neve di New York. Una che i meteorologi e gli studiosi del clima non hanno esitato a definire «la peggior tempesta di neve che si ricordi sulla East Cost». Una novantina di centimetri di neve, vento forte e gelo a sferzare la statua della Libertà e Central Park. L'hanno chiamata "Juno". Da noi, a Belluno, si chiamerebbe "nevera" (con termine ladino), o "tormenta". Ma si sa che gli americani hanno più fantasia su queste cose. Fatto sta che Juno ha paralizzato la città. Coprifuoco come essere in guerra. Duecento tonnellate di sale e ghiaino pronte ad essere sparse su strade e marciapiedi. Strade deserte e chiuse al traffico, per evitare congestioni inutili. Scuole e uffici chiusi: tutti a casa per due giorni, aspettando che passi. E a casa, con gli occhi puntati alla finestra, c'è anche Riccardo Cadorin. Tranquillo: a quanto pare, tutto sta funzionando. La paura per la peggior tempesta a memoria d'uomo si stempera con uno sguardo sulla Grande Mela imbiancata. Romanticismo a parte, Cadorin tranquillizza amici e parenti rimasti in Italia. «È una tempesta molto forte con una intensità di raffiche di vento elevatissima, ma sta andando tutto bene», ci scrive il manager bellunese, trasferitosi negli Stati Uniti ormai dieci anni fa. Cadorin conferma come l'organizzazione americana in caso di neve «abbia gestito molto bene anche l'ultimo blizzard (tempesta di neve, ndr) ancora in corso in queste ore sulla Grande Mela e l'area circostante. Sono stati organizzatissimi e bravissimi fin dalle prime ore di emergenza». Tutto tranquillo, quindi. Sta a vedere che a New York, che si trova alla stessa latitudine di Napoli, hanno un piano neve più funzionale e pronto di quello di molte realtà bellunesi, che dovrebbero essere ben più ferrate sulla neve. «Mi sono trasferito a New York nel 2004 e questo blizzard è di sicuro uno di quelli con vento più intenso che abbia mai visto - conferma Cadorin dalla sua residenza di Forest Hills, New York City -. Sono passati tutta la notte con gli spazzaneve, garantendo strade sgombre senza grossi ostacoli. È stata vietata la circolazione per  evitare incidenti e caos che mettessero i sistemi di emergenza sotto ulteriore stress. Ad ora (pomeriggio di ieri, ora italiana, ndr) la viabilità è già buona». «Ricordo una sola tempesta più intensa di questa: quella del 2006 con quasi mezzo metro di neve - racconta ancora il bellunese -. Allora però il vento era meno intenso e così la neve si era depositata di più, formando un manto spesso. Finita l'emergenza andai a Central Park che era pieno di bambini con gli slittini e appassionati di sci da fondo. C'era persino una slitta trainata dai cani husky: sembrava un film». «Siamo tranquilli a casa, non abbiate timore, ancora poche ore e torneremo alla normalità», conclude Cadorin, mentre controlla dalla finestra le folate di vento che di ora in ora si fanno sempre meno intense.

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