«Esperti e preparati per noi è una sberla»

Lunedì 2 Marzo 2015
Tra estate ed inverno, negli ultimi cinque anni, il Soccorso Alpino bellunese ha contato otto morti. Uomini esperti. «Mai successo, con questi numeri, nei precedenti 55 anni di storia - sono parole di Fabio Rufus Bristot, delegato provinciale del Cnsas «Dolomiti Bellunesi» - quella di ieri è una sberla, una sberla importante. E una riflessione andrà fatta. Tutti e tre - Maurizio, Mirco e Daniele - erano preparati». Esperienza e rischio - e il loro confine - sul piatto, quindi. Almeno sulla carta ieri era tutto dentro i limiti della prudenza: alle 9, ora della caduta della valanga, la gita era pressoché al termine. «Mezzora ancora». Un incidente, dunque, che lascia basiti. Anche perchè le esercitazioni sono all'ordine del giorno: «Ad occhio 62,63 - ricorda Bristot - due giorni fa l'ultima, organizzata proprio dal Soccorso Alpino del Centro Cadore». Una beffa del destino. A Casera Razzo, in Comune di Vigo, sabato si erano dati appuntamento numerosi volontari. Tra loro anche Daniele, Mirco e Maurizio. Le prove proprio sulle valanghe: per capire lo stato della neve, la sua coesione e tenuta. Poi prove di ricerca con gli Artva, prove di ricerca con le sonde, cuneo di slittamento. All'esercitazione ha partecipato pure Gianmario Meneghin, ex capostazione del Soccorso Alpino del Centro Cadore. Conosce bene i «suoi» tre ragazzi, solo di vista Tiziano Favero. Meneghin non ha parole, non riesce a dire nulla: «Sono disfatto», è la sintesi del dolore profondo. Sta di fatto che sul cuore degli uomini del Soccorso Alpino dell'intera provincia è caduto un macigno. «Nonostante la preparazione è successo quel che è successo», è l'amaro commento di Rufus Bristot. Erano le nove quando, con Forcella Critallino quasi raggiunta, sono partiti i lastroni di neve. Cioè presto per prevedere la trasformazione della neve e il distacco della valanga. Tanto più che il grado di pericolo, sulla carta, era basso: 2. «Con grado 1 o 2 gli scialpinisti escono con tranquillità - spiega Bristot - la montagna non è assassina, ma ci sono aspetti topizzati e in alcuni luoghi ci si può trovare in condizioni di innevamento particolari».
«I bollettini niveo-meteorologici sono utilissimi. E le escursioni si pianificano a tavolino. Poi c'è l'imprevedibile». Lo sanno Daniele Costan Zovi e Mirco De Col che stanno lottando in queste ore: «Speriamo ce la facciano», chiude Bristot, in un ideale abbraccio di cordoglio dell'intero Cnsas alla famiglia di Tiziano Favero.

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