Pensioni, Giovannini: assegni alti congelati nel 2014, riforma Fornero non si tocca

Martedì 8 Ottobre 2013
Il ministro Giovannini
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Nel 2014 non ci sar rivalutazione rispetto all'inflazione per i redditi da pensione superiori a 6 volte il minimo, circa 3.000 euro al mese. Lo ha detto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, in audizione alla Camera. Ci sarà rivalutazione piena, invece, per i trattamenti fino a tre volte al minimo.



Il ministro ha sottolineato che per gli importi tra tre e cinque volte il minimo (tra i 1.500 e i 2.500 euro al mese, ndr) ci sarà una rivalutazione pari al 90% rispetto all'inflazione mentre per gli importi tra i cinque e le sei volte il minimo la rivalutazione sarà al 75% dell'inflazione. Oltre le sei volte il minimo, ha spiegato, ci sarà una «sterilizzazione» per il 2014 mentre per gli anni successivi ci sarà di nuovo per le pensioni più alte una rivalutazione al 75%. Si sta comunque valutando un nuovo sistema di adeguamento all'inflazione per le pensioni più alte con risparmi da utilizzare «in un'ottica di solidarietà».



Giovannini: no alla controriforma delle pensioni, è incompatibile con i conti.
«Le proposte presentate in Parlamento sulle modifiche alla riforma Fornero in termini di maggiore flessibilità di uscita sono incompatibili con i conti pubblici» sostiene Giovannini spiegando che eventuali penalizzazioni non basterebbero a compensare le uscite. Il governo, ha spiegato, ha valutato le proposte arrivate sulle modifiche alla riforma Fornero in termini di maggiore flessibilità nei tempi di uscita: «Farebbero aumentare in modo consistente, ha detto, le uscite per il pensionamento con un aggravio per la finanza pubblica di alcuni miliardi». Le penalizzazioni che potrebbero essere fissate a fronte di una uscita anticipata rispetto a quella prevista dalla attuale legge non basterebbero a coprire i costi rendendo l'onere complessivo «incompatibile con il percorso attuale di contenimento della spesa pubblica e con l'indirizzo del governo che ha fissato come priorità la riduzione del costo del lavoro». Il Governo, ha detto ancora Giovannini, sta valutando ipotesi diverse da queste proposte, ma non è disponibile a una controriforma. Si sta studiando invece un meccanismo di maggiore flessibilità per l'accumulo dei contributi per coloro che entrano tardi nel mercato del lavoro o hanno carriere discontinue.



«Con riforma pensioni risparmiati 93 miliardi, 10 per i salvaguardati». «Con la riforma Fornero delle pensioni - ha detto il ministro - si risparmieranno, solo per la parte dell'inasprimento sulle regole per l'accesso al pensionamento, 93 miliardi fino al 2021 mentre sono stati stanziati, per lo stesso periodo, 10,4 miliardi per le salvaguardie dei lavoratori esodati fino al 2011». Giovannini ha sottolineato come i quattro decreti di salvaguardia abbiano di fatto esaurito gli esodati. «La bolla - ha detto - è in gran parte coperta e esaurita dalle varie salvaguardie. Il vero problema da affrontare adesso è quello dei lavoratori che hanno perso il posto dopo il 2011 e di quelli che continuano a perderlo».



«Nel complesso, per le quattro tranche di salvaguardati rispetto alla riforma Fornero della previdenza sono stati destinati 10,4 miliardi di euro» ha detto Giovannini, ricordando che per la quarta salvaguardia (del governo Letta) sono stati stanziati 600 milioni per circa 6.500 esodati cosiddetti "licenziati individuali". Nei tre precedenti decreti di salvaguardia erano stati coinvolti 130.000 esodati.



«Senza crescita, non c'è sistema che regga». «Se l'economia non cresce e l'occupazione non cresce, allora non c'è sistema pensionistico che possa reggere. Non ce n'è per nessuno» ha detto Giovannini, aggiungendo che è necessario riportare il tasso di crescita a un livello elevato per riassorbire la disoccupazione. «Per questo - ha detto - si stanno valutando gli interventi sul cuneo fiscale, tra le varie ipotesi circolate, che abbiano l'impatto maggiore sulla crescita».
Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 17:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA