Soldati americani violentano donna
incinta, gli Usa: «Li processiamo noi»

Mercoledì 23 Luglio 2014
(archivio)
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VICENZA - Il sindaco di Vicenza si oppone all'ipotesi che l'Esercito americano possa chiedere di giudicare in patria due soldati Usa di stanza a Vicenza accusati di aver violentato e pestato una prostituta romena al sesto mese di gravidanza. Achille Variati ha scritto per questo preventivamente al ministro della giustizia Andrea Orlando, invitandolo a esprimere parere negativo ad una istanza in questo senso.



«In via cautelare preventiva - dice il sindaco nella missiva - si chiede al ministro di respingere un'eventuale rinuncia alla giurisdizione italiana», ricordando che uno dei due soldati coinvolti è stato accusato in precedenza di un caso simile che ha visto per vittima una minorenne vicentina. Da parte loro gli americani si rifanno alle intese che sussistono tra Italia e Usa.



«Secondo gli accordi Sofa (Status of forces agreement), gli Stati Uniti chiedono alla nazione ospitante il trasferimento della giurisdizione - spiega il maggiore Mike Weisman, portavoce della 173. Brigata - in tutti i casi in cui personale militare statunitense è coinvolto». Per Weisman «al momento non sono state formulate delle accuse formali nei confronti dei due soldati. È in corso un'indagine sia da parte italiana che da parte americana».



A lamentare il "muro di gomma americano" sono Alessandra Bocchi e Masina Varriale, legali della giovane romena: «Stiamo chiedendo alla caserma collaborazione ma in cambio stiamo ottenendo solo silenzio - accusa l'avvocato - Nessuna delle nostre richieste non solo non è stata accolta, ma nemmeno ha ricevuto una risposta. Vorremo, per esempio, che fosse l'esercito americano a sostenere le spese di determinati esami specifici prenatali a cui dovrà sottoporsi la nostra assistita».



Entrambi gli episodi - ricorda Variati nella missiva al ministro, citando il duplice caso di violenza sessuale di cui si sarebbe reso responsabile il soldato americano - si sono verificati al di fuori dell'esercizio delle funzioni militari". La città e l'amministrazione di Vicenza, rincara il sindaco, «stanno vivendo tali fatti con sgomento e preoccupazione per la gravità dell'offesa alla persona». Per Variati «c'è la concreta possibilità che i processi non vengano celebrati in Italia», sottolineando che per le due vittime sarebbe molto difficile recarsi negli Stati Uniti per far valere le loro ragioni e avere giustizia.



Al momento al ministero della Giustizia non è arrivata alcuna istanza per un trasferimento di giurisdizione in merito alla vicenda che coinvolge due soldati Usa di stanza a Vicenza accusati di aver violentato e pestato una prostituta romena al sesto mese di gravidanza. Ma riguardo a un precedente episodio accaduto nel dicembre 2013 che riguarda uno dei due militari per una presunta violenza su una ragazza vicentina, il ministero aveva respinto la richiesta delle autorità competenti per ottenere che il soldato americano fosse giudicato in Patria.



È quanto spiegano fonti del ministero. A prendere posizione opponendosi all'ipotesi che i militari siano processati negli Stati Uniti è stato oggi il sindaco di Vicenza, Achille Variati, che per questo ha scritto preventivamente al ministro della giustizia Andrea Orlando, invitandolo a esprimere parere negativo ad una istanza in questo senso.
Ultimo aggiornamento: 21:08