Appalti irregolari in Ospedale, nei guai
Cestrone e altri 40 manager:
devono restituire 12 milioni di euro

Mercoledì 20 Agosto 2014
Adriano Cestrone
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VICENZA - Appalti irregolari in ospedale in favore della Serenissima, il colosso della ristorazione collettiva (200mila pasti al giorno, compresi quelli serviti nelle mense del Vaticano).



La Corte dei Conti di Venezia, dopo un'indagine lunga 5 anni, pretende ora che l'allora ex direttore generale, Adriano Cestrone, e altri quaranta tra manager, tutti messi in mora, (tra cui Pier Carlo Muzzio, ex dg dello Iov e Paolo Venuti, il commercialista di Giancarlo Galan, arrestato anche lui nell'inchiesta Mose), restituiscano la cifra record di 12 milioni e 674mila euro.



L'inchiesta è partita grazie a un esposto con tutta una serie di dettagli su alcune assegnazioni di appalti affidate alla Serenissima, ma - sostiene la Corte dei Conti - fuori dalle regole.



Come per esempio la prosecuzione senza gara del servizio di ristorazione fresco-caldo nel periodo 2009-2010 per i dipendenti dell'Azienda Ospedaliera di Padova, lo Iov e l'Ulss 16. E proprio il direttore generale di quest'ultima, Urbano Brazzale, ha ricevuto l'avviso di messa in mora come azienda capofila del mandato. Un atto che blocca i termini di prescrizione.



Altre irregolarità sono state contestate nell'appalto di realizzazione del mega centro di cottura di Boara Pisani (il più grande d'Italia, costato 20 milioni e inaugurato a gennaio 2010 da Galan). Un affarone per la Serenissima che avrebbe ricevuto la commessa «con l'accollo, da parte delle aziende pubbliche, della costruzione del centro cottura destinato a rimanere di proprietà della società stessa».



Ulteriori approfondimenti e dettagli sul Gazzettino di domani, giovedì 21 agosto
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