L'università premia il ministro russo
filo-Putin, è bufera su Ca' Foscari

Sabato 10 Maggio 2014 di Daniela Ghio
Vladimir Medinskij
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VENEZIA - «L'università revochi il premio a Medinskij». Sta suscitando molto scalpore all'interno dell'ateneo veneziano il conferimento della “Ca' Foscari Honorary Fellowship” a Vladimir Medinskij, ministro della cultura della Federazione russa, la cui consegna è prevista lunedì prossimo alle 9.30, in aula Baratto, con ingresso su invito.



Dal 2010 è stato infatti istituito il riconoscimento di membro onorario del Corpo accademico di Ca' Foscari - Ca' Foscari Honorary Fellow, un onore concesso a personalità, esterne all'ateneo, italiane o straniere, che si siano distinte nelle arti, nelle scienze o nella società, che abbiano inoltre svolto particolari azioni a favore dell'ateneo o che abbiano contribuito o possano contribuire al prestigio dell'ateneo stesso. Le candidature per l'Honorary Fellow vengono approvate dal Senato accademico e conferite dal rettore, Carlo Carraro.



Il riconoscimento a Medinskij, rilasciato per la sua attività di docente di Relazioni internazionali all'università Statale di Mosca, è stato approvato dapprima dal consiglio del Dipartimento di Filosofia e beni culturali e quindi il 24 marzo è andato al successivo esame del Senato accademico, dove è stato votato all'unanimità. Ciò nonostante da giovedì, appena nell'ambiente accademico si è saputa la notizia, sul blog del rettore hanno iniziato a fioccare copiose le critiche di docenti e studenti, come post sotto l'ultimo saluto al professor Guido Cazzavillan, improvvisamente scomparso per un malore. Il primo a protestare è stato Filippomaria Pontani professore associato presso il Dipartimento di Scienze dell'Antichità e del vicino Oriente.



«Le chiedo - scrive Pontani - se siano state sufficientemente meditate le posizioni pubblicamente assunte dal Medinskij su alcuni temi di un certo peso, per esempio sul fatto che la Russia sia l'ultimo baluardo della vera cultura europea e dei veri valori cristiani contro la degenerazione e la corruzione dell'Occidente, segnato dall'Illuminismo e dal multiculturalismo. Stiamo parlando di chi pochi giorni fa ha licenziato in tronco il curatore del Padiglione russo alla Biennale di Venezia solo perché quest'ultimo si era permesso di esprimere dubbi circa la politica di Putin in Ucraina». Pontani conclude con la speranza che il prossimo cambio dei vertici di Ca' Foscari «segni finalmente un deciso cambio di rotta in questa materia, come in molte altre».



Critico anche un membro del Senato accademico, Alessandro Casellato, del dipartimento di studi umanistici, assente al momento della votazione del premio. «Mi rammarico – afferma - che il Senato abbia contraddetto l'orientamento che in una precedente occasione, recente ma molto meno eclatante, aveva assunto di non tributare titoli onorifici a personaggi dal profilo culturale non ineccepibile e controversi per le proprie posizioni politiche». Sconforto, sgomento e sdegno vengono espressi anche da Antonio Tripodi, Paolo Puppa, e dalla docente di Letteratura russa Donatella Possamai, che invitano gli altri colleghi a prendere posizione.



Pronta la risposta del rettore Carraro: «Il ministro Medinskij è una figura che ricopre tutte le dimensioni del riconoscimento perché rappresenta il ministero della cultura russo con cui da anni Ca' Foscari realizza mostre, convegni, scambi culturali, visite di studenti, collaborazioni accademiche. Nel passato Ca' Foscari ha premiato altre figure che si sono distinte sia come figure di studiosi, come Zhou Hanmin, vice ministro cinese a capo dell'Expo di Shanghai o Irina Bokova, ora direttore generale dell'Unesco».
Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 15:18
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