VENEZIA - Un giovane clandestino di 25 anni è stato ricoverato all'ospedale di Venezia dopo aver cercato di salvare il 63enne caduto in acqua ieri al Tolentini e poi annegato.
Il giovane si chiama Mohamed, ha 27 anni e lavora come precario a Venezia: non ha esitato a rischiare la vita ed è stato poi tutta la notte in terapia intensiva. E' stato l'unico a gettarsi in acqua per salvare l'uomo malgrado ci fossero molti testimoni presenti al dramma.
Il giovane ha perso in acqua il cellulare e i soldi. Dopo il tuffo è risalito da solo ed è stato soccorso e rinfrancato in un'abitazione vicina alla zona Papapdopoli. Sarebbe stata la Polizia a convincerlo a passare in ospedale per “farsi controllare”. Lì ha raccontato che era al lavoro - trasportava del materiale edile per un amico - e, attraversando il ponte, ha visto il 63enne mettere il piede per errore sulla riva ove c’era un “buco” con i gradini perdendo l’equilibrio e cadendo in acqua.
Un veneziano ha portato a casa il giovane - secondo il racconto fatto dallo stesso in ospedale - gli ha fatto togliere indumenti bagnati e dato propri vestiti asciutti che aveva in casa. Il ragazzo ha inoltre rifiutato il denaro offertogli come "ricompensa" dal proprietario di casa. Per spiegare il suo gesto, in Ospedale il giovane ha detto ai medici che se non si fosse tuffato non avrebbe più dormito la notte per il resto della sua vita. Gli esami medici hanno evidenziato una lieve leucocitosi; dopo la notte in osservazione iniziato un trattamento con antibiotici, è stato dimesso questa mattina. I medici segnalano che lo hanno trattenuto preoccupati che non avesse un posto dove andare, perché è da solo in Italia.
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