Venezia "italianizza" i nomi
di calli e campielli: è bufera

Giovedì 31 Ottobre 2013 di Paolo Navarro Dina
Una delle scritte "italianizzate" a Cannaregio
Di sicuro Giuseppe Boerio, celebre compilatore del Dizionario del Dialetto veneziano nel 1826, se lo sapesse, si rivolterebbe nella tomba. Di certo andrebbe all’attacco per evitare l’"italianizzazione" degli antichi "nizioleti", ovvero i "fazzoletti" bianchi che a Venezia stanno ad indicare i nomi di calli e campi. Già.



Anche qui segno dei tempi: si è arrivati all’omologazione e, in molti casi, si è giunti a stravolgere non solo il "toponimo", ma - udite udite - a tradurlo anche in italiano. Ed è questo che molti cittadini e turisti appassionati della città hanno deciso di denunciare, attaccando soprattutto il Comune di Venezia e il suo assessore alla Toponomastica, Tiziana Agostini che, a loro avviso, invece di tutelare i vecchi nomi, in alcuni casi li ha tradotti, modificati e "italianizzati". Posizione peraltro che avrebbe già visto il "distiguo" dell’assessore ai Lavori pubblici, Alessandro Maggioni, interessato, invece, a tutelare le antiche dizioni.



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E' il caso, ad esempio, del toponimo "Rio terà degli Assassini", storpiato con l’uso bizzarro della parola "terrà" che, ovviamente non va più a far intendere la parola "interrato", ma lo fa provenire dal verbo "tenere" declinato al futuro... Piccole follie.



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Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 12:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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