Non solo Mose, così cambiano
laguna e coste con le dighe mobili

Martedì 19 Agosto 2014
Non solo Mose, così cambiano laguna e coste con le dighe mobili
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VENEZIA - "Oltre alle dighe mobili per la salvaguardia di Venezia e della laguna l’Italia può vantare anche il primato degli interventi per la difesa dei litorali attraverso il “ripascimento protetto”"

Lo annuncia il Consorzio Venezia Nuova, che ha utilizzato negli anni un intervento per garantire l’integrità del cordone litoraneo lagunare, complementare al sistema di barriere mobili alle tre bocche di porto.

Il ripascimento protetto è la difesa del litorale mediante la ricostruzione di spiagge anche con opere rigide di tutela (nuovi pennelli, barriere sommerse, celle in pietrame ecc.).

"Per la loro caratteristica di resilienza - dice il Consorzio - gli interventi di ripascimento protetto - se costantemente monitorati e riapprovvigionati sono in grado di adattarsi anche agli effetti di un eventuale cambiamento climatico". A partire dal 1995 per un tratto complessivo di 60 chilometri di costa, da Isola Verde alla foce del Piave, sono stati impegnati oltre 9 milioni di metri cubi di sabbia ampliando la spiaggia emersa di 30-50 metri, compresi 8 chilometri di dune artificiali. Dopo l’alluvione del 1966 il rinforzo dei litorali assume un carattere di assoluta necessità e urgenza.

"Si arriva così al “ripascimento protetto” - prosegue la nota - ovvero alla costruzione di nuove spiagge difesa da dighe in pietrame compatibili con l’ambiente costiero. L’ideazione, la progettazione e la realizzazione di queste opere è stata supportata da numerosi approfondimenti di carattere tecnico-scientifico con studi su modelli matematici e fisici e con rilievi geofisici e ambientali. A completamento dei lavori, il ripascimento protetto del litorale veneziano è risultato molto efficace in quanto le perdite di sabbia sono state inferiori alla previsione progettuale del 10% e la nuova fascia di spiaggia si è mantenuta garantendo la protezione dalle mareggiate dei territori retrostanti. Tra l’altro l’esperienza veneta è oggetto di studi e viene replicata in altre regioni d’Italia (Lazio, Emilia-Romagna, Abruzzo, Marche, Campania e Toscana)".



In dettaglio, questi sono gli interventi compiuti dal Consorzio Venezia Nuova negli anni:

Isola Verde: ripascimento protetto di 2 chilometri, ovvero per 450.000 mc di sabbia e 7 pennelli di roccia.

Sottomarina: muro paraonde alto oltre 3 metri sul livello del mare per 120.000 mc di sabbia con molo foraneo sulla sponda sinistra della foce del Brenta.

Pellestrina: ripascimento protetto. 9 chilometri di nuova spiaggia per 4 milioni di mc di sabbia. Per assicurare la stabilità della spiaggia sono stati costruiti 18 pennelli in pietrame collegati fra loro da una scogliera sommersa continua sotto il metro e mezzo dal livello del mare a 300 metri dalla costa.

Lido: realizzazione di circa 5 chilometri di barriera sommersa a meno 1 metro sotto il livello del mare a 300 metri dalla costa per dissipare l’energia delle onde.

Cavallino: ampliamento e rafforzamento di 11 chilometri di spiaggia. 31 pennelli (5 nuovi e 26 ottenuti dalla ristrutturazione dei 65 piccoli preesistenti). 2 milioni di mc di nuova sabbia. 5 chilometri di nuove dune (trapianti di vegetazione: messe a dimora circa 800.000 nuove piante ammofile). Prima esperienza di questo genere in Italia per l’originalità del lavoro di riqualificazione ambientale e per l’ampiezza dell’area costiera su cui si è intervenuti.

Jesolo: ampliamento di 10 chilometri di spiaggia. 600.000 mc di nuova sabbia. Prolungamento di pontili esistenti e creazione di 16 nuovi. Complementare all’ampiamento sono state costruite circa 2,5 chilometri di dune a ridosso della foce del Piave.

Ultimo aggiornamento: 19:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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