Croupier del Casinò licenziato:
risarcito con un milione di euro

Giovedì 4 Giugno 2015 di Gianluca Amadori
Croupier del Casinò licenziato: risarcito con un milione di euro
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VENEZIA - Primo maxi risarcimento a carico del Comune di Venezia e del Casinò di Venezia per il licenziamento illegittimo di alcuni croupier che nel lontano 1992 rimasero coinvolti nell’operazione Zanzibar (relativa a presunte truffe messe a segno da alcuni dipendenti infedeli della casa da gioco), da cui uscirono assolti.



La sezione lavoro della Corte d’Appello di Venezia ha condannato Ca’ Farsetti a liquidare circa un milione di euro, comprensiva di oltre vent’anni di interessi e rivalutazione monetaria) agli eredi di Silvano Ghedin, a conclusione di una lunghissima causa, passata attraverso ricorsi, conferme e annullamenti vari. Per i prossimi giorni è atteso il deposito delle sentenze che riguardano altri due colleghi di Ghedin, Luigi Fullin, Franco Tadini Dal Lago, a ciascuno dei quali è prevedibile che venga liquidato un analogo risarcimento.



Il Comune, prevedendo l’esito negativo del contenzioso, qualche settimana fa aveva provveduto a mettere a bilancio le somme necessarie a far fronte all’uscita. La sentenza è provvisoriamente esecutiva e, di conseguenza, l’amministrazione dovrà pagare anche se i legali di Ca’ Farsetti e del Casinò di Venezia, gli avvocati Giovanni Molin e Gabriele Dalla Santa, decideranno di ricorrere nuovamente per Cassazione.



La vicenda è piuttosto complessa: i tre croupier furono licenziati nel 1995 (dopo un periodo di sospensione dal servizio) e successivamente uscirono assolti dal processo penale. In primo grado la sezione lavoro del Tribunale riconobbe loro il diritto ad un risarcimento complessivo di oltre due milioni di euro (in parte già liquidati), sentenza confermata in Appello. Ma la Cassazione annullò, rimettendo gli atti alla Corte di Brescia, per poi approdare ad una diversa sezione della Corte lagunare, presieduta da Roberto Santoro.



I legali di Comune e Casinò hanno resistito fino alla fine sostenendo che, a prescindere dall’esito del processo penale, il licenziamento dei 3 dipendenti era giustificato alla luce del comportamento da loro tenuto, contrario ai doveri di fedeltà e correttezza anche se non penalmente rilevante. Ben diversa la posizione sostenuta dai due croupier e dagli eredi del terzo, assistiti dagli avvocati Giancarlo Tonetto e Gianluca Tessier, i quali hanno cercato di dimostrare di aver subito un torto e, di conseguenza, un grave pregiudizio economico. I giudici hanno accolto le loro richieste: nella prima sentenza, depositata ieri, la Corte riconosce il diritto degli eredi di Ghedin ad ottenere un cospicuo risarcimento.
Ultimo aggiornamento: 15:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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