Venezia. Fotografa e denuncia i tassisti
abusivi: pestato a sangue in piazzale Roma

Lunedì 11 Aprile 2011 di Monica Andolfatto
Taxi acquei in laguna a Venezia
VENEZIA - Aggredito e pestato selvaggiamente in piazzale Roma a Venezia, sullo sfondo della "guerra" mai dichiarata ma sempre in atto fra "regolari" e "abusivi". Sarebbe questo il contesto in cui maturato il pestaggio di R.G., veneziano di 35 anni, noleggiatore della Cooperativa Santa Lucia finito all’ospedale con il braccio sinistro fratturato e lividi in tutto il corpo. Ne sono convinti l’avvocato Maria Rosa Cozza e Luca Padoan, rispettivamente legale e presidente del Coordinamento noleggi e taxi acquei, associazione di cui la vittima è fondatore e principale attivista.



Ed è proprio all’impegno civile e sindacale del trentacinquenne che viene ricondotto il movente di quella che appare una sorta di spedizione punitiva. L’agguato alle cinque di giovedì pomeriggio, nei pressi della stazione del Magistrato alle Acque. È lì che G.R. viene attirato da un coetaneo impiegato in una società con licenza "rossa" e sede fuori comune. Prima le offese e le minacce e poi i pugni e i calci. La vittima cerca di difendersi come può ma nessuno - come si legge nell’esposto querela che verrà presentato oggi - nonostante l’ora e nonostante il luogo, lo soccorre: «Cussì ti impari a far el fotografo, e desso ogni volta che te vedo, te batiso».



Il referto rilasciato dal medico del pronto soccorso registra la brutalità dell’attacco fisico culminato al termine di una serie pressoché quotidiana di intimidazioni e ingiurie: G.R. è stato dimesso con l’arto superiore ingessato e il terrore di poter essere nuovamente malmenato nell’indifferenza più totale, magari dettata dalla paura che ancora incutono certi soggetti parenti e amici di pregiudicati, alcuni dei quali tuttora in carcere.



«A dar fastidio - conferma l’avvocato Cozza - è l’attività di denuncia e di documentazione anche fotografica di abusi e situazioni illegali che R.G. svolge quale componente dell’associazione a tutela di chi svolge il trasporto in laguna seguendo le regole e nel rispetto della concorrenza leale». Un episodio gravissimo che riporta a galla lo spettro del racket degli scafisti, finiti alla sbarra in tribunale nell’ambito del processo "Tronchetto" segnato da condanne esemplari, ma non sufficienti - a quanto pare - a eliminare alla radice il problema.
Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 21:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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