La Regione vende Palazzo Manfrin
alle banche per 10 milioni di euro

Venerdì 2 Gennaio 2015
La Regione vende Palazzo Manfrin alle banche per 10 milioni di euro
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VENEZIA - Meno uno. Il 2014 per la Regione Veneto si è chiuso con la vendita di Palazzo Manfrin, il "gioiello" del patrimonio immobiliare dell’ente che nessuno voleva comprare e che alla fine è stato ceduto al Fondo immobiliare della Cassa depositi e prestiti per 10 milioni di euro. Un’operazione "pubblico su pubblico", come la definisce Gialuigi Carrucciu, il direttore del Patrimonio che ha fatto le corse per definire la partita. Riuscendoci: nelle casse di Palazzo Balbi sono già entrati i soldi.



Va detto che Palazzo Manfrin, in pieno centro storico a Venezia, affacciato sul rio di Cannaregio, è un "signor" immobile. La Regione l’aveva avuto dal Comune di Venezia nel 2001 nell’ambito del piano permute. L’idea era di farci un centro di restauro o un polo espositivo, ma servivano almeno 10 milioni di euro per restaurarlo. E così è rimasto vuoto. Inutilizzato. Con il problema della custodia e della manutenzione. Negli anni in Regione si sono fatti vivi parecchi possibili acquirenti, soprattutto imprenditori russi, solo che l’incognita legata alla burocrazia - la classica domanda era: quanto tempo per avere i permessi? - ha sempre fatto fallire tutte le trattative. E le aste bandite dalla Regione dal 2012 alla scorsa primavera sono tutte andate deserte, nonostante il prezzo diminuito: si era partiti da 16,5 milioni, si era arrivati a 11,8. Invano.



La svolta c’è stata alla fine di settembre, quando il ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato che anche le Regioni - come prima era stato per i Comuni e poi per lo Stato - potevano alienare propri beni in un Fondo immobiliare per il tramite della Cassa depositi e prestiti (Cdp). C’era, però, un limite temporale: i beni dovevano essere conferiti entro il 31 dicembre 2014 ed entro la stessa data doveva esserci l’accertamento della relativa entrata nel bilancio della Regione. In pratica, bisognava correre. Carrucciu non ha perso tempo. Va detto che non tutti i beni che la Regione ha da tempo deciso di vendere potevano entrare in questa operazione: c’erano dei parametri fissati dal Dipartimento del Tesoro in base alla legge 248 del 2005.



Non solo: dal ricavato della cessione dell’immobile andava poi tolto il 10% "per l’ammortamento dei titoli di Stato in considerazione delle esigenze prioritarie di riduzione del debito pubblico e stabilizzazione finanziaria". Due erano i beni che la Regione poteva conferire al Fondo della Cassa depositi e prestiti: Palazzo Manfrin e l’hotel Bella Venezia in calle dei Fabbri a Venezia. Per l’albergo, però, la stima era di 4 milioni, contro gli 8,8 dell’ultima asta: troppo poco, anche in considerazione del fatto che l’immobile è stato restaurato. Così l’operazione si è chiusa solo su Palazzo Manfrin per 10 milioni che diventeranno 9 dovendo dare il 10% allo Stato. Ma è comunque una bella cifra considerato che il mercato immobiliare è fermo da anni e che nel 2001, quando la Regione lo prese dal Comune, la stima era di 17,5 miliardi di lire.



Soddisfatto l’assessore al Patrimonio, Marino Zorzato: «L’operazione su Palazzo Manfrin è la dimostrazione che quando sei caparbio, ci arrivi. Se fossimo andati avanti con i bandi, sarebbero state probabilmente sempre aste deserte. Avevamo due possibilità: accantonare tutto o trovare delle alternative come l’inserimento dei beni nei capitolati degli appalti (cosa che abbiamo fatto per alcuni immobili) e il Fondo della Cdp. Ci siamo riusciti, siamo contenti. Anche perché tenere Palazzo Manfrin sarebbe stato un costo tra custodia e minima manutenzione». Adesso bisognerà vedere cosa riuscirà a fare di questo Palazzo il Fondo della Cdp: lo venderà? lo trasformerà? o resterà chiuso e inutilizzato?
Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 08:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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