Uccise la madre a coltellate: assolta
Si cerca una struttura per ricoverarla

Sabato 4 Aprile 2015 di Gianluca Amadori
Uccise la madre a coltellate: assolta Si cerca una struttura per ricoverarla
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Cristiana Corbetto non è imputabile, in quanto non era capace di intendere e di volere nel momento in cui, nel gennaio dello scorso anno, uccise la madre ottantenne, Giuseppina Baiano, nella villetta di Salzano nella quale abitavano assieme.



Lo ha stabilito il giudice per l’udienza preliminare Alberto Scaramuzza il quale, ieri mattina, ha assolto la cinquantaduenne disponendo il suo ricovero in una struttura sanitaria ideonea, in quanto la perizia psichiatrica alla quale è stata sottoposta l’ha definita socialmente pericolosa. Un tempo il ricovero sarebbe avvenuto in un ospedale psichiatrico giudiziario, ma queste strutture sono state abolite per legge, e dovranno essere sostituite con diverse soluzioni: nei casi meno gravi di malattia mentale con percorsi di cura esterni; nei casi più gravi con l’intervento di altre strutture che sono in corso di definizione. Il compito di scegliere il luogo di cura più adeguato per la signora Corbetto spetterà al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap). Ogni anno le condizioni di salute della donna dovranno essere verificate e, in caso di miglioramento delle sue condizioni, il giudice potrebbe disporre la revoca, totale o parziale, dell’obbligo di cura.



L’uccisione di Giuseppina Baiano risale al 5 gennaio del 2014: attorno alle 6 del mattino Cristiana Corbetto si alzò dal letto, prese un coltello in cucina ed entrò nella stanza dove la madre stava dormendo, colpendola più volte alla gola per poi rimanere a vegliare il suo corpo senza vita per quasi due giorni.



A far scattare l’atto di violenza sarebbe stata una grave forma di mania di persecuzione nei confronti della madre, dopo vent’anni di rapporti molto tesi, di vere e proprie vessazioni che la donna riteneva di aver subìto. Poco prima di essere uccisa, Giuseppina Baiano aveva avviato le procedure per ottenere la nomina di un amministratore di sostegno per la figlia, temendo che dilapidasse il patrimonio familiare proprio a causa dei problemi psicologici di cui soffriva. Al processo la signora Corbetto è stata difesa dall’avvocato Gabriele Civello.
Ultimo aggiornamento: 16:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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