Uccide il figlio 21enne: «Continuava
a chiedere soldi per l'auto e per la barca»

Domenica 28 Luglio 2013 di Raffaella Ianuale
Alessandro e Guerrino Minto
VENEZIA - Continuava a chiedere soldi, una volta per la macchina, una volta per la barca.... Richieste difficili da accettare per l’anziano padre. Lui settantenne ex-agricoltore abituato a spaccarsi la schiena sui campi, il figlio ventenne pieno di vita ed esuberanza. E tante passioni: la sua Alfa Romeo Gt che aveva acquistato da poco e la barca. Due mentalità divergenti, due età forse troppo distanti. E qualcosa venerdì è scattato.



Una scintilla, qualche secondo di black-out e le incomprensioni si sono trasformate in morte. Quella di Alessandro Minto, 21 anni, ucciso con un unico fendente al petto inferto dal padre Guerrino. La lama da trenta centimetri del coltello del pane ha trafitto il cuore del giovane che è stramazzato a terra nella cucina della casa colonica del padre, al civico 37 di via 1. Maggio a Campagna Lupia. L’amore, che agli occhi di tutti sembrava unire i due, si è trasformato in follia omicida.



Durante l’interrogatorio davanti al pubblico ministero Francesca Crupi, venerdì subito dopo il delitto, nella locale caserma dei carabinieri l’anziano genitore parlava di denaro. Quello che in questo caso lui avrebbe chiesto al figlio, 200 euro, per iniziare a saldare un prestito di 500 euro. Non lo ha fatto per giustificare il suo insano gesto, ma solo per ricostruire davanti agli inquirenti quanto accaduto, assistito dall’avvocato d’ufficio Matilde Bonadei. Poi un pianto senza fine e il trasferimento nel carcere di Santa Maria Maggiore.



Domani mattina ci sarà l’interrogatorio davanti al giudice e la convalida dell’arresto di Guerrino Minto. Il pubblico ministero contesta al settantenne l’accusa di omicidio con l’aggravante dei futili motivi e del vincolo parentale. E sempre domani mattina sarà conferito l’incarico, al medico legale Silvano Zancaner, per fare l’autopsia sul corpo del giovane che sarà eseguita già nel pomeriggio. Un esame che avrà ben poco di nuovo da svelare, visto che la dinamica è chiara, ricostruita dallo stesso assassino.



Tutti da ricostruire sono invece i reali rapporti tra questo papà e il suo unico figlio. I carabinieri del Nucleo investigativo provinciale, che venerdì hanno fatto un sopralluogo sul luogo del delitto con il capitano Enrico Risottino e assieme ai colleghi della compagnia di Chioggia, nei prossimi giorni sentiranno i famigliari e gli amici dei due. Per scavare al di là delle apparenze.



Tra i primi ad essere sentiti ci sarà la mamma di Alessandro, Lucia Lacezara, bulgara di 50 anni, che lavora all’ospedale dell’Angelo e risiede a Mestre. Quella donna che si era separata da Guerrino Minto quando Alessandro era solo un bimbo e che ieri come una furia disperata si è recata in quella casa che ha definito «maledetta». Ieri la donna non era in grado di parlare. Disperata e chiusa in un dolore più grande di lei ha trascorso la notte dopo l’omicidio a casa di un’amica di Campagna Lupia e ieri, in tarda mattinata, è stata portata in ospedale. Impossibile per lei reagire alla morte del suo unico figlio. E verrà sentita anche la fidanzata, quella giovane di Lugo di Campagna Lupia che adorava il suo Alessandro e che ieri era circondata dall’amore dei genitori che la stanno proteggendo in un momento così doloroso.
Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 20:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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