Dolori all'addome, va in ospedale
e muore in 6 ore: «Diagnosi errata»

Giovedì 28 Maggio 2015 di Gigi Bignotti
Il pronto soccorso dell'Angelo a Mestre
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MESTRE - Lasciate sole con il loro dolore, senza risposte nè spiegazioni. Se la sensibilità dei dirigenti Asl si misurasse sulla triste vicenda di questa famiglia veneziana, saremmo messi davvero male. Alla vedova D.C. e alla figlia, F. C., non è rimasto che rivolgersi al Tribunale del malato. La presidente della Riviera Sandra Boscolo le ha subito indirizzate al loro studio legale e l'avvocato Silvia Sorrentino, dopo altre mancate risposte chiama i vertici Asl in tribunale .



I fatti: il 4 luglio 2013 il capofamiglia, Gianni C., pensionato, 69 anni, accusa forti dolori addominali che peggiorano nel tardo pomeriggio e portano i familiari a chiamare il Suem. In serata viene trasferito da un'ambulanza (senza medico a bordo) al pronto soccorso dell'Angelo a Mestre. Alle 21.46 viene registrato l'ingresso per "dolore toracico con fattore di rischio". Alle 0.33 dopo gli accertamenti (Rx, ecg e prelievi) i sanitari decidono di tenerlo in osservazione per epigastralgia.



La moglie e la figlia gli restano vicine, ma nella notte lasciano l'ospedale dopo aver raccomandato il personale di seguirlo visti altri strani sintomi (collo e pancia gonfie, forti difficoltà respiratorie). Non di registra alcun rilievo sul paziente fino alle 4.36 e 4 minuti dopo ecco un grave distress respiratorio: veniva quindi allertato il rianimatore che - secondo il ricorso presentato dai familiari - è intervenuto un'ora dopo visto che il paziente risulta trasferito in area rossa e intubato solo due minuti prima delle 6 di quel frenetico e tragico mattino.



Neppure mezzora dopo ne veniva constatato il decesso per "volvolo intestinale con perfortazione peritonale, miocardiopatia, stasi acuta poliviscerale".



«I sanitari hanno sbagliato la diagnosi d'ingresso e quelle successive - scrive nel ricorso l'avv. Sorrentino sulla base delle perizie medico legali - la patologia era addominale ed è stata ignorata. Gli esami rilevano chiaramente i sintomi di una occlusione intestinale (leucocitosi, acidosi e ipossiemia). Una diagnosi tempestiva avrebbe consigliato l'immediato ricovero e il consulto di un chirurgo che senz'altro avrebbe potuto con ottime probabilità di risolvere il problema del paziente».



L'aspetto forse ancora più grave è l'assoluto silenzio dell'Asl 12 Veneziana a tutte le sollecitazioni di concilazione del Tribunale per i Diritti del Malato Riviera del Brenta. Da qui il ricorso in tribunale.
Ultimo aggiornamento: 18:16

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