Tornado, a 3 mesi dal disastro
ecco la mappa dell'apocalisse

Mercoledì 7 Ottobre 2015 di Monica Andolfatto
Tornado, a 3 mesi dal disastro ecco la mappa dell'apocalisse
Prima e dopo. Ordine e caos. L’impatto visivo è un pugno nello stomaco. Non c’è calcolo dei danni, per quanto preciso e scientifico, che possa rendere più di una "istantanea" la devastazione che ha cambiato per sempre i connotati della Riviera del Brenta, tra Cazzago di Pianiga, Dolo e Mira, località quest’ultima che piange l’unica vittima della furia assassina degli elementi.

A tre mesi esatti dal tornado, le immagini elaborate dai piloti del Reparto volo del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Venezia permettono di "vedere" l’azione devastante del ciclone che ha livellato quanto si è trovato a ostacolare, in maniera del tutto fortuita, il suo passaggio: un fronte di 7 chilometri di lunghezza per 700 metri di larghezza. Il bilancio contabile è ugualmente impressionante: 92 milioni di euro di danni e 1.320 edifici lesionati (un centinaio dichiarati totalmente inagibili). La risposta istituzionale, Governo centrale in primis, insufficiente e inadeguata due milioni di euro da Roma e tre da Venezia contabilizzati ma non ancora incassati dai tre Comuni. L’iniziativa solidale commovente: oltre un milione di euro versati nei conti correnti comunali o donati al numero verde a tempo voluto dal Governatore veneto, Luca Zaia.

La normativa fiscale spietata: a rimarcarlo l'assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato che oggi torna a chiedere ai parlamentari l'impegno formale di un intervento affinché sia garantita la deducibilità delle spese per le aziende danneggiate, così come sollecitato dagli amministratori locali e da Confindustria Venezia che aveva inviato al ministero competente una nota tecnica caduta nel nulla.

Chissà se questa mappa della catastrofe, in termini tecnici una "aerofotogrammetria georeferenziata ad altissima risoluzione" smuoverà la "sensibilità" di Palazzo Chigi. L’ingegner Fabio Dattilo, comandante interregionale per il Veneto e il Trentino, la definisce «un documento tecnico-operativo innovativo», che ha voluto consegnare a Zaia, e per suo tramite al direttore della Protezione civile Roberto Tonellato e al Commissario straordinario. «Si tratta di un contributo che va oltre quello del servizio prestato dalle nostre squadre nell’immediatezza dell’evento - spiega Dattilo - al fine di consentire una valutazione corretta dei danni, un censimento reale degli stabili colpiti dalla calamità sul territorio inteso come superficie agricola e industriale e non solo urbanizzata». Il lavoro, uno dei pochi di questo calibro a livello nazionale, è stato eseguito con l’utilizzo di droni che hanno scattato con voli brevi e a vista, da un’altezza di circa 150 metri, 1.600 immagini, le quali poi sono state elaborate su supporto informatico tridimensionale, in modo tale da poter essere applicati ai software cartografici, ad esempio google earth, per studi geologici e morfologici. «Le potenzialità - conclude Dattilo - di questa tecnologia sono innumerevoli, in ambito ricognitivo, preventivo, valutativo in caso di emergenze. Occorre rendersi conto che l’unica strategia vincente passa per i piani di emergenza e di analisi dei rischi su cui si innestano prevenzione e soccorso con l’ottimizzazione del coordinamento dei soggetti coinvolti». In tale contesto va letto il convegno odierno organizzato a Longarone su "Dissesto idrogeologico in ambito alpino: un nuovo approccio della Protezione civile".
Ultimo aggiornamento: 8 Ottobre, 07:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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